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Presidenza della Camera - Premio Langer 2012 - Intervento di Bettina Foaa, del Comitato scientifico della Fondazionedella Fondazione Enzo Nicolodi

28.6.2012, Fondazione

 

Vorrei prima di tutto ringraziare a nome della Fondazione Alexander Langer il Presidente Gianfranco Fini, la Vice Presidente Rosy Bindi  e le Deputate della Presidenza Emilia De Biasi (che abbiamo ascoltato poco fa), Lorena Milanato e Silvana Mura per averci  dato,  anche quest’anno,  l’opportunità di presentare il premio Alexander Langer 2012 alla Camera dei deputati.

Essere qui oggi al parlamento italiano richiama l’importanza del lavoro attualmente in corso all’Assemblea nazionale costituente in Tunisia per l’elaborazione della nuova Costituzione;  richiama anche le importanti  sfide legate a questo processo, che coinvolge attivamente la società civile tunisina.

Vorrei poi esprimere la nostra soddisfazione per il fatto che il premio 2012  sia stato assegnato all’Association tunisienne des femmes démocrates -ATFD,  che ha partecipato attivamente alla primavera araba. E questo per sottolineare l’importanza, anche per noi europei, dei  processi di cambiamento che si svolgono sull’altra sponda del mediterraneo.

Madame Belhadj, presidentessa dell’ATFD, ci ha raccontato con esemplare chiarezza  l’attività e le lotte condotte negli ultimi anni dall’ATFD e ci ha  parlato anche delle prospettive della Tunisia di oggi e delle sfide per il futuro.

E vorrei quindi appunto ricordare l’aspetto centrale della motivazione del premio Alexander Langer all’ATFD, e cioè il riconoscimento dell’importanza di queste  lotte ventennali , sotto la dittatura, per i diritti delle donne,  e quindi  più in generale per i diritti umani e per la democrazia. Queste lotte, che hanno affrontato innumerevoli ostacoli e difficoltà e richiesto grandi sacrifici personali, sono state condotte, cercando sempre la collaborazione delle poche altre associazioni esistenti, soprattutto a livello politico-legale, per promuovere e esigere il rispetto del Code de Statut personnel e l’applicazione delle convenzioni internazionali contro le discriminazioni verso le donne.  Ma anche, nella misura del possibile data la situazione di repressione, sul terreno, coinvolgendo direttamente le donne tunisine. E per questo voglio ricordare il centro d’ascolto per le donne vittime di violenza.

Ma perché solo ora, dopo la rivoluzione, si parla di questa e di altre associazioni femminili che pure hanno per anni lottato duramente per la promozione dei loro diritti? Questo ci deve fare riflettere. E qui vorrei richiamarmi al 1995,  alla Conferenza euromediterranea di Barcellona,  che aveva l’obiettivo di stabilire un partenariato euromediterraneo molto articolato. Pochi mesi prima di morire Alexander  Langer aveva lavorato molto attivamente su questo partenariato. Langer vedeva grandi potenzialità  in questo processo complementare d’integrazione sul versante sud. Spingeva inoltre perché questa iniziativa non si limitasse a puntare al controllo  dei fenomeni ritenuti minacciosi, ma costituisse un “progetto storico di lunga durata che rivalorizzasse quella grande eredità comune costituita dall’incrocio tra tre continenti, tra tre grandi religioni e tra tradizioni fortemente interrelate”. 

Poi purtroppo le speranze di Barcellona non si  sono realizzate. La priorità è stata data alla sicurezza a breve termine, subordinandole lo sviluppo dei processi democratici.  E la prova dell’inadeguatezza di questo approccio è, come abbiamo poi visto con la primavera araba, che senza  democrazia e partecipazione la stabilità si rivela precaria certo non sostenibile.

Noi europei siamo stati colti di sorpresa all’inizio della rivoluzione tunisina.   E questo è un insegnamento importante,  che Alexander Langer aveva  in un certo qual modo  prefigurato. Il suo ultimo intervento al Parlamento europeo riguardava le donne algerine.  Due anni dopo per inconsapevole coincidenza, il primo premio Alexander  Langer  è stato assegnato à Khalida Toumi Messaoudi, allora minacciata di morte e costretta alla clandestinità per il suo impegno per i diritti delle donne.

Le nostre amiche tunisine ci hanno parlato delle sfide che presenta la complessa  realtà  politica e sociale del loro paese, sfide che sia pure con differenza, a seconda dei contesti specifici, sono presenti in tutti  i paesi del mondo arabo,  talvolta in maniera forse più drammatica.

E’ importante ricordare infatti che  rispetto ad altri paesi del Mediterraneo e in verità sotto certi aspetti anche paesi europei,   i diritti delle donne in Tunisia  erano più avanzati e in larga parte garantiti dall’adozione del Code de statut personnel. Le lotte svoltesi con tenacia sotto la dittatura e poi la  rivoluzione hanno dato più libertà a tutti. E proprio nel segno della libertà e dei diritti  sosteniamo l’Associazione nella difesa contro le forze che mettono in discussione sia le conquiste del passato sia le prospettive di vederle riconosciute e migliorate nel futuro. La preservazione  e l’estensione di questi diritti, anche attraverso la loro integrazione nella futura costituzione, rivestono  quindi un ruolo fondamentale per tutti i tunisini  ma possono essere anche un  esempio e un precedente per l’insieme del mediterraneo.  

Con il premio all’ATFD la Fondazione Alexander Langer  vuole sottolineare quanto la difesa e promozione dei diritti delle donne sia fondamentale per  il successo della transizione democratica.   

E a questo proposito vorrei  concludere citando una rappresentate dell’ATFD  che recentemente ha detto: quello che noi vi chiediamo è solo di essere coerenti con i vostri stessi valori universali, e quindi di schierarvi per la difesa e la promozione dei diritti umani.

 

Grazie

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