Terrore e tremore in Emilia: poesie di Roberto Dall'Olio da Bentivoglio, una lettera da Villa Emma.
Il terremoto, la Fondazione Villa Emma, i prossimi mesi
Il sisma ha toccato anche Nonantola, pregiudicando la stabilità di parecchi edifici e, in particolare, del Palazzo comunale, nel quale risultano inagibili molti uffici.
La Fondazione Villa Emma, in accordo con gli amministratori, mette a disposizione i propri spazi perché alcuni servizi possano tornare operativi nel più breve tempo possibile. Così, dall’inizio di giugno alla fine di agosto non saremo presenti costantemente in sede, continuando altrove il lavoro e offrendo il nostro contributo agli aiuti.
San Felice sul Panaro, Mirandola, Finale Emilia, Cavezzo, Medolla, Crevalcore… per noi sono luoghi vicinissimi e, soprattutto, persone che conosciamo, amici che vi abitano, vi lavorano. Qui abbiamo incontrato più volte insegnanti e studenti, progettato iniziative con operatori culturali oggi impegnati nella gestione di una quotidianità disastrata, a contatto con comunità segnate dal lutto. Quando a settembre riprenderemo le attività, ci piacerebbe ricominciare proprio da loro, e con loro.
Nel salutarvi e nel ringraziarvi per i tanti segnali di affetto e di partecipazione che ci avete inviato, vogliamo tornare ai nomi dei luoghi sopra evocati con le parole che Michele Serra ha indirizzato due giorni fa ad uno di essi: “quando tutto sarà finito, i morti sepolti, i muri riparati, e i visitatori non saranno più di intralcio ai soccorsi, andate a Crevalcore, e ditemi se non è bella".
TERRORE E TREMORE
Terrore. Sì
non si trova una parola
che sia peggiore
con la grave aggiunta
del tremore oscillante
che passa ogni fibra
di un vascello in balia
che noi siamo
nel fracasso della terra
che urta la crosta
su cui poggiamo.
Traballano come foto sfuocate
le case chiese campanili
i vecchi fienili devastati
le crepe si allargano
tra le mura del nervi
dentro di noi andando
il pensiero diretto a quelli
che più non hanno
che il cielo come tetto.
Secoli di storia
decenni di vita attiva
e produttiva
finiti nella polvere
un attimo eterno
di prometeica nullità
no
non possiamo cedere
all'irruzione bruta della vanità
il silenzio non cada
sulle vite martoriate
sulle morti
che non dovevano esserci
in un'Italia settima
o ottava tra le potenze
industriali del globo
questa la rabbia
del resto taci
musa inquieta vedendo
l'arte ridotta a sabbia
come spente braci