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Helga Sirchia - Hispaniola

30.6.2011

Il progetto “Hispaniola” offre un esempio concreto di un modello di cooperazione internazionale orientato all’attivazione delle comunità locali e allo sviluppo endogeno delle risorse e delle potenzialità di territori caratterizzati da condizioni di disagio sociale ed economico anche gravi.

La partecipazione attiva delle comunità beneficiarie dell’intervento è ormai diffusamente riconosciuta come condizione indispensabile per l’efficacia ed efficienza degli interventi di cooperazione e soprattutto per garantire che tali interventi si rendano progressivamente autonomi e si stabilizzino nel tempo. Allora si tratta di attrezzarsi per perseguire questo modello con azioni concrete, sia pure di medie o piccole dimensioni e con progetti a carattere sperimentale, rinunciando alle “grandi opere” degli organismi internazionali, lavorando al fianco delle organizzazioni locali e assumendo un ruolo terzo, che è sempre più di facilitatore di processi piuttosto che di vero e proprio gestore.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione italiana ColorEsperanza con il contributo di Fondazione Cariplo, interviene ad Haiti e in Repubblica Dominicana, nei contesti marginali alla periferia delle principali città. Partner del progetto sono la ONG dominicana OnéRespé, il Consolato della Repubblica Dominica a Milano e la ONLUS italiana Dona Un Sorriso; partecipa inoltre Anacaona, Associazione di donne dominicane a Milano.

Finalità principale del progetto è rafforzare l’azione di cooperazione tra Italia, Repubblica Dominicana e Haiti, con approccio che integra i diversi livelli di cooperazione, Nord–Sud e Sud–Sud, attraverso una strategia di azione basata sul coinvolgimento diretto, attivo e costante di popolazioni e organizzazioni di terzo settore locali.

Il progetto coniuga le azioni tese al miglioramento delle condizioni soci-culturali con forme innovative di sviluppo economico “dal basso”, attraverso la promozione di creazione di forme di micro-impresa all’interno delle comunità povere oggetto dell’intervento.

Contemporaneamente in Italia, in particolare a Milano, si punta a un’azione sinergica su due fronti: da un lato la sensibilizzazione di giovani e famiglie su realtà poco note come quella dominicana e haitiana, per far conoscere la storia di questi due popoli, che è storia fatta di conflitti ma anche di solidarietà e destini comuni. Dall’altro, il lavoro con gli immigrati dominicani e latinoamericani, una delle principali comunità presenti nella Provincia di Milano, con l’obiettivo di promuoverne il ruolo attivo nel territorio milanese e lombardo.

Infine, si favorisce il contatto diretto tra Italia e Repubblica Dominicana e Haiti, attraverso un viaggio di conoscenza e volontariato che coinvolge un gruppo di giovani italiani.

Fondamentale per la riuscita del progetto è la scelta del partner locale, che garantisce un forte radicamento territoriale e conta su un organico composto al 100% da operatori locali.

Non si dimentica poi l’importanza del dialogo con le istituzioni locali: grazie all’appoggio del Consolato dominicano di Milano, ColorEperanza e i partner del progetto Hispaniola hanno instaurato contatti diretti con il dipartimento della Primera Dama e la Secretaría de Estado de Cultura, promotori di un progetto di appoggio alla produzione e commercializzazione artigiana.

Queste in sintesi le principali attività del progetto:

In Repubblica Dominicana si potenzia il lavoro comunitario dell’ONG locale nelle baraccopoli di Santiago e Santo Domingo, attraverso percorsi rivolti in particolare alle donne e di immigrati haitiani per la creazione di nuovi leader di comunità, figure chiave per innescare dal basso processi di sviluppo locale e creare comunità lì dove appena esiste la convivenza[1].

Parallelamente ad Haiti si svolge un intervento di ricerca – azione nelle Comunità ecclesiastiche di base (TKL), per approfondire il ruolo che possono giocare come nucleo di sviluppo locale, non solo sotto il profilo sociale ma anche economico. Tali comunità, un universo ancora molto poco esplorato dai grandi organismi internazionali, risulta ad oggi una delle poche forme di organizzazione della società civile haitiana, in grado di convogliare forze ed energie in un Paese che appare senza prospettive certe di ripresa.

Da ultimo, in entrambi i Paesi si incentiva lo sviluppo di micro-imprese di artigianato locale e la commercializzazione dei prodotti in Italia, anche attraverso le reti del Commercio Equo e Solidale.

In Italia, oltre all’attività di sensibilizzazione e ai cicli di incontri nelle scuole e nelle associazioni territoriali per informare ed educare alla mondialità e alla solidarietà, il progetto sviluppa due linee di intervento innovative: il  protagonismo migrante e il design solidale.

Per la prima, si realizzano percorsi mirati di formazione e accompagnamento per associazioni di migranti e di supporto alla creazione di nuovi soggetti economici, micro-imprese fondate da immigrati e con vocazione internazionale, che offrano opportunità concrete di occupazione per gli immigrati dominicani in Italia, ma anche un’occasione per contribuire attivamente a miglioramento delle condizioni del loro paese d’origine, in una forma nuova rispetto a quella delle rimesse.

Per la seconda, il progetto prevede l’organizzazione di un evento internazionale, la Mostra “Design Solidale”: un gruppo di designer internazionali progetteranno prototipi innovativi di arredi per le scuole delle baraccopoli dominicane. I progetti saranno presentati in una mostra collettiva e valutati da una giuria di esperti, che selezionerà quelli da inviare in Repubblica Dominicana per la successiva messa in produzione. Un’iniziativa innovativa, che sdogana un settore del lusso includendolo a pari titolo tra gli attori del sistema della cooperazione e accredita una solidarietà della creatività e dell’efficienza più che della beneficenza.

Un modello, quindi, che integra cooperazione internazionale e politiche locali, tanto in Italia quanto nei Paesi terzi, e coniuga la solidarietà internazionale con le politiche migratorie, proponendo un’azione sinergica sui due fronti, italiano e internazionale, ispirato a un unico principio: l’auto – promozione dei soggetti beneficiari come leva per lo sviluppo.

 

Milano, giugno 2011 

 

Helga Sirchia è vice Presidente dell'associazione ColorEsperanza (www.coloresperanza.org) e responsabile del progetto ad Haiti e nella Repubblica Domenicana.

 Ha curato con Roberto Codazzi il libro     "Haiti: lisola che non cera. Storia, attualità e scenari futuri di un paesescopertodal terremoto", Ibis Edizioni, 2011.

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