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Marianita De Ambrogio e Fabiano Ramin: Conversando con Dadoue

28.6.2011, notiziario rete radié resch ottobre 2009

 Marianita: Nel luglio del 1995 noi siamo arrivati per la prima volta una domenica mattina a Dofiné, ora la situazione è molto cambiata, la comunità ha costruito molte cose. Al di là delle costruzioni materiali, vorrei sapere cosa, secondo te, è cambiato nella mentalità delle persone, nel modo in cui le persone affrontano i problemi, perché di problemi ce ne sono ancora e molti sulla montagna.

Ma cos'ha prodotto questa organizzazione, questa partecipazione, nelle persone che vivono sulla montagna?

 

Dadoue: FDDPA è la forza per la difesa dei diritti dei contadini, è una piccola organizzazione, perché non è presente in tutto il paese, solo in tre dipartimenti; un'organizzazione nata sulla montagna tra i contadini poveri, quelli che non hanno la terra, che non hanno niente. Con la lotta abbiamo recuperato la terra. Prima si viveva in una situazione davvero miserevole e difficile. Ora abbiamo un Comitato di sostegno: sono gli amici di FDDPA in Haiti e all'estero. L'organizzazione è questa: in ogni dipartimento c'è un comitato formato dai delegati eletti in ogni comitato di zona o quartiere o località, che resta in carica tre anni: FDDPA è tutta questa gente che partecipa ai vari livelli, dal più piccolo al più grande, ognuno è responsabile e questo è il significato del nome dell'organizzazione, forza per la difesa dei diritti dei contadini, la forza viene dalla partecipazione, dalla solidarietà e dalla corresponsabilità.

Quando abbiamo cominciato non avevamo nessun aiuto esterno, abbiamo cominciato con il piccolo contributo di ciascun membro, senza fare conto su finanziamenti esterni, per responsabilizzare ciascuno personalmente. Erano i contadini che contribuivano per tutte le necessità. Si sono fatti degli orti, dei piccoli allevamenti per avere dei fondi su cui contare.

 

Fabiano: come si è esteso FDDPA e da Dofiné è arrivato in altri dipartimenti? Chi e cosa ha permesso che questa esperienza di organizzazione si estendesse?

 

D:Non è stato facile entrare in altri dipartimenti. Innanzitutto abbiamo cercato e siamo riusciti ad avere un riconoscimento legale come organizzazione. Poi, nel momento della repressione, io non potevo più stare a Dofiné, nel Artibonite, dove ero ricercata. Allora mi sono nascosta in un altro dipartimento, nell'Ovest, a Fondol. Da Dofiné si po raggiungere Fondol attraverso la montagna e i contadini possono andare e tornare senza scendere nella pianura. Io dovevo entrare in clandestinità (marronage) e allora sono salita sulle montagne dell'Ovest a Fondol, e lì ho cominciato a lavorare con i contadini per mettere in piedi un movimento come a Dofiné. Non era facile, non si poteva parlare di movimento, di organizzazione, durante la dittatura, bisognava parlare solo di associazioni perché altrimenti si era accusati di essere comunisti. Ho sfruttato il fatto di essere una religiosa come chiave per ottenere la fiducia dei contadini, mi sono presentata come missionaria e in quanto tale sono stata accettata e ho quindi cominciato a creare l'organizzazione contadina. Per quanto riguarda il Nord-Ovest, ho cercato di fare qualcosa in quel Dipartimento perché sono di li originaria e conosco la situazione. Inoltre li aveva operato con i contadini il padre Jean Marie Vincent che fu assassinato dal golpisti. C'era stato inoltre un grande massacro di contadini che appartenevano all'organizzazione contadina Tè Kole Ti Peyzan Aysyen. Questo ha reso più difficile creare un'organizzazione, perché i contadini avevano paura, tuttavia ci sono riuscita.

Ora ogni dipartimento è autonomo, ha un suo Comitato che è responsabile e si occupa dell'organizzazione. Per esempio se a Fondol si vuole organizzare un seminario, è il Comitato di Fondol che lo organizza, e lo stesso vale a Dofiné e nel Nord-Ovest. Non abbiamo per ora la forza e i mezzi per estenderci negli altri Dipartimenti; per entrare in altre zone è necessario infatti avere degli “accompagnatori” che ci permettano di entrare in relazione co i contadini, di fare della formazione e questo costa perché non è facile trovare persone disposte a salire sulla montagna per lavorare con i contadini.

 

F: Qual'è la forza dell'organizzazione? Questi contadini, questi Comitati, sono forti o sono deboli?

 

D: I Comitati sono forti perché resistano alla repressione e la repressione è grande; bisogna avere coraggio, impegno continuo, vigilanza, e soprattutto consapevolezza da cui nasce la responsabilità di ognuno.

Non è facile, a volte è stato necessario nascondersi per giorni nella foresta senza niente da mangiare e nemmeno da bere. E bisognava resistere. Tutto è cominciato durante la dittatura nel 1985 e da allora siamo lì ogni giorno, con i Duvalier, con i ton ton macoutes, senza paura.

L'organizzazione per questo è forte, perché conta sulla coscienza di ogni contadino, da cui nasce la resistenza e la solidarietà di tutti. I contadini devono prendere coscienza per sapersi difendere.

L'organizzazione è la “difesa di ciascuno dei suoi membri per il futuro della zona e di tutto il paese. Per promuovere questa consapevolezza, FDDPA organizza dei seminari per i suoi membri con la collaborazione di una ong di Port-au-Prince che si occupa di formazione e offre questo servizio gratuitamente (ICKL Institut Culturel Karl Léveque) una fondazione privata non confessionale, senza fini di lucro e indipendente dai partiti politici; ICKL si definisce come un centro di riflessione, di analisi sociale e di educazione popolare (cfr. www.ickl-haiti.org).

E ora le forze reazionarie, la repressione, non possono più fare quello che vogliono sulla montagna: i contadini hanno imparato a difendersi. Questo è il risultato più importante dell'organizzazione. Per esempio è accaduto che degli uomini legati ai grandi proprietari (vengono detti macoutes o anche attachés) al momento della semina o del raccolto, quando tutti i contadini sono a lavorare nei campi, siano saliti sulla montagna e siano entrati nelle case dove non era rimasto nessuno, a cercare i documenti di proprietà della terra, rubare, distruggere, e poi se ne siano tornati in città. Ora però, quando si va a lavorare nei campi, si lascia sempre qualcuno a casa, si organizza la difesa e i il risultato è che questi uomini non salgono più sulla montagna.

Una volta, per esempio, un lunedì mattina questi uomini sono passati davanti alla scuola di Dofiné: volevano andare a derubare le case dei contadini. Ma i bambini della scuola li hanno visti e riconosciuti. E li hanno inseguiti cacciandoli via. Ora, quando la situazione diventa tesa è c'è repressione, chi viene sulla montagna deve identificarsi, farsi riconoscere, spiegare per quale motivo è salito. Mettiamo in atto cioè un controllo del territorio.

 

F. Tante grandi attività (alfabetizzazione, educazione, salute, recupero della terra, cooperativa delle donne, magazzino comunitario popolare...), ma per quanto riguarda l'acqua qual'è la situazione?

 

D. Voi avete visto il sistema di irrigazione di Fondol, ora i contadini producono banane e ortaggi. Vogliamo fare qualcosa di simile a Dofiné: c'è un fiume che irriga la pianura ma per i contadini della montagna non c'è acqua. Ossa l'acqua c'è ma viene sprecata, non è utilizzabile. Per questo ora stiamo cercando solidarietà per costruire un sistema di irrigazione che incanali quest'acqua per metterla a disposizione dei contadini.

 

M. Ma come è andata a finire la questione della terra a Fondol? So che avevi ricevuto dei mandati di comparizione per appropriazione indebita.

 

D. Cinque mandati ho ricevuto. Quando ho ricevuto l'ultimo, ho radunato tutta la popolazione di Fondol e ho detto: “la terra che abbiamo diviso tra tutti non è mia, è la vostra terra, la terra dei vostri padri, questo dovete rivendicare”. E quando sono, sono venuti tutti in folla ad accompagnarmi. Il grande proprietario, che era presente, quando ha visto tutta quella gente se ne è andato via. La Corte lo ha chiamato, ma lui non c'era più. Io ho detto: “la terra non è mia, io sono un'infermiera, la terra è dei contadini”.

Noi come FDDPA, per la difesa dei contadini abbiamo assunto due avvocati che si occupano della questione, se ci sono problemi, e sono responsabili dei processi e delle eventuali denunce. Io non sono più stata convocata dal Tribunale che non ha più proceduto. Le prime convocazioni erano partite dal tribunale di Arcahaie, la città più vicina a Fondol. Ci avrebbe dovuto essere un processo a Port-au-Prince ma,poiché il proprietario si e ritirato, non se ne è fatto più niente. Il proprietario però ha assoldato degli uomini, delle bande di macoutes, per aggredire i contadini quando scendono dalla montagna per andare al mercato. Io allora ho radunato tutti i contadini e ho detto loro: “Bisogna fare attenzione: quando si scende al mercato non si deve mai andare soli, ma sempre in gruppi numerosi e ogni persona ha in mano un bastone, in una mano le banane da vendere, nell'altra il bastone”. Quando i macoutes hanno visto i contadini uniti e determinati, si sono ritirati. Questa è la “forza”. Oggi al mercato ci sono le banane della pianura e le banane della montagna. E la gente chiede le banane della montagna, le banane di Fondol.

 

F. Ma legalmente ora è riconosciuto il possesso della terra? E' possibile il possesso legale senza più repressione?

 

D. Per queste terre non c'è bisogno della proprietà legale, i contadini ne rivendicano il possesso perché è la terra dei loro padri, che il grande proprietario ha sottratto loro, come sempre è accaduto ad Haiti approfittando di situazioni di difficoltà dei contadini. Il contadino povero chiede un prestito al ricco, che tiene come garanzia i documenti di proprietà della terra, e non li restituisce più. Ora è lo Stato che deve riconoscere che la terra appartiene ai contadini che l'hanno ereditata dai loro padri.

 

M. Vale lo spesso discorso per la terra di Dofiné?

 

D. La terra di Dofiné ha un gran problema: noi, come FDDPA, abbiamo cominciato lo stesso processo, ma c'è un deputato della zona che ha dato armi ai contadini perché caccino gli uomini del grandon e recuperino la terra. E' accaduto allora che chi ha le armi si è preso la terra migliore e chi non le ha è rimasto con poca terra meno fertile. A Fondol la terra è stata distribuita invece in parti eguali tra tutti. Inoltre anche qui i contadini non hanno i documenti che attestino la loro proprietà legale della terra. Ora noi stiamo lavorando su questi problemi e la violenza rende tutto più difficile perché crea vittime, tensioni. E allora può intervenire lo Stato e dire: “la terra è mia”.

 

F. Ma lo stato può fare la riforma agraria?...

 

D. Non c'è Riforma agraria ad Haiti. Lo Stato ti può dare il permesso di coltivare un terreno, ma perché ci sia Riforma agraria ci vogliono tecnici, strumenti, conoscenze, messe a disposizione dei contadini...ma non c'è niente di tutto questo.

 

M. E' cambiata la condizione di vita delle donne con l'organizzazione contadina? La loro situazione in famiglia e nella società della montagna?

 

D. La condizione delle donne era molto dura. Erano sottomesse all'uomo che spesso le picchiava. Con la nascita della cooperativa ci sono stati importanti cambiamenti. Per esempio a Fondol prima le donne tagliavano la legna e se la caricavano sulla testa, come asini, per andare al mercato a Cabaret, a guadagnare pochi soldi. Ora vendono i prodotti della terra ottenuti grazie al sistema di irrigazione.

 

F. L'educazione ha influito sulla condizione delle donne? La scuola, che ormai funziona da anni, ha prodotto dei cambiamenti sulla vita delle bambini che poi sono diventate donne?

 

D. Certo, molte cose sono cambiate. Ora abbiamo tre scuole sulla montagna, a Dofiné, Catienne e Namposte. E le bambine sono più numerose dei bambini. In totale ci sono circa 1000 tra alunne e alunni. Una volta le donne sulla montagna erano analfabete, ma ora sanno scrivere, leggere, possono votare, guadagnare del denaro. Ci sono donne che lavorano come animatrici rurali. Inoltre una volta non si mandavano le bambini a scuola, mentre ora, se possono, i genitori mandano le ragazze anche a continuare gli studi dopo la scuola primaria. La scuola è fondamentale anche per il riconoscimento dei diritti delle donne. E – ci tengo a ribadirlo – la scuola è aperta a tutti, al di là di ogni differenza di genere, religione, idea politica. Solo in un caso abbiamo rifiutato dei bambini, quando i loro genitori hanno assunto comportamenti violenti e prepotenti verso altri. Questa direttiva ha avuto effetto perché, pur di mandare i figli a scuola, i genitori hanno cambiato atteggiamento. D'altra parte il rispetto reciproco deve valere sia per gli alunni che per i genitori.

 

M. Come per l'organizzazione contadina, esistono anche per le donne forme di coordinamento e incontro? So che le donne sono organizzate a livello locale a Dofiné, a Fondol, a Pierre Payan...Ci sono momenti d'incontro tra queste realtà locali?

 

D. Le donne di Pierre Payan erano state organizzate dalle suore Dominicane che le avevano raccolte sulla spiaggia, nelle strade, sulla montagna e lavoravano con loro. Poi queste suore se ne sono tornate in Francia. Allora le donne hanno preso contatto con le donne di FDDPA, hanno cominciato a partecipare alle riunioni, a frequentare i corsi di formazione. Hanno anche deciso di affidare a FDDPA i documenti di proprietà della terra che le suore Dominicane, andandosene, avevano lasciato loro. Queste donne ora si considerano, e sono a pieno titolo, membri di FDDPA. E con le donne di Dofiné, di Fondol, di tutte le località dove FDDA è presente, si ritrovano periodicamente e in grandi occasioni, come l'8 marzo e il 15 ottobre (giornata mondiale delle donne rurali).

 

M. Vorrei ora che tu mi parlassi un po' della nuova casa di Cabaret, dove avete anche aperto la sede ufficiale di FDDPA, perché questa è una grande novità.

 

D. Ho deciso di lasciare la vecchia casa sulla route nazionale nr.1, perché era diventata ormai troppo piccola, e ho cercato un luogo piè sicuro e più grande, a Du Buisson, dove poter anche coltivare la terra e allevare animali (maiali, polli, anatre). Come sapete, la nostra è una casa di accoglienza per bambini e ragazzi senza genitori, o con situazioni famigliari difficili. Ora ce ne sono 12. Possiamo ospitare persone che vengono dalla capitale e anche dall'estero. Abbiamo li la sede di FDDPA. Possiamo fare della formazione. I ragazzi della casa fanno corsi di alfabetizzazione tre volte la settimana ai bambini della bidonville di Malingue, ai quali si dà anche del cibo. Diamo anche formazione professionale (cucina, sartoria...) alle prostitute di Malingue. Queste ragazze sono molto disprezzate dalle chiese, cattolica e protestante, per questo noi affidiamo a loro la liturgia e la preghiera che la domenica si fa per tutti. Malingue è una piccola bidonville sul mare, a pochi chilometri dalla casa dove vivono persone estremamente povere, molte ammalate di Aids, che vivono di pesca e prostituzione. C'è gente che viene dall'interno, dalla montagna, gente che non sa dove andare e si rifugia qui, perché è un porto ed è possibile sopravvivere. Per lo Stato queste persone non esistono. In questo luogo FDDPA, con l'aiuto dei médicins du secours (una ong tedesca) ha costruito ed aperto un dispensario, unica struttura sociale presente nel territorio, e qui, dopo l'uragano dello scorso autunno che ha devastato la zona, ha organizzato la distribuzione di beni di prima necessità per i bambini del dispensario (riso, olio, sapone, medicine). Abbiamo fatto una lista delle persone e abbiamo dato ad ognuno un tagliando per poter ricevere quel che loro spettava. Abbiamo deciso di stabilire la sede di FDDPA nella casa di Cabaret perché siamo vicini alla capitale e i contadini dei tre dipartimenti hanno sempre bisogno di andare nella capitale per pratiche, acquisti, ecc.. Avere quindi qui la sede è più utile per tutti. Inoltre qui è più facile avere collegamenti telefonici e internet, con un miglioramento della comunicazione tra FDDPA, Rete Radié Resch e non solo.

 

M. Per concludere, vogliamo fare un quadro di dove è presente ora FDDPA?

 

D. In Artibonite, dove è nata l'organizzazione, siamo presenti a Dofiné, Ropisà (accanto a Catienne, dove si dovrebbe installare il sistema di irrigazione). Nel dipartimento dell'Ovest a Fondo, Cabaret (località Dubuisson, dove c'è la nostra casa e la sede di FDDPA), Pierre Payan, Toma (dove è aperto il dispensario) e Malingue (altro dispensario). Nel dipartimento del Nord Ovest a Marrouge.

 

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Intervista realizzata il 29.12.2008, pubblicata sul notiziario della rete Radié Resch di Padova dell' ottobre 2009

 

Marianita De Ambrogio è responsabile dell'associazione Rete Radié Resch di Padova che dal 1993 lavora con FDDPA a Haiti; Fabiano Ramin, lavora attualmente ai progetti di costruzione dei pozzi e dei pannelli fotovoltaici con FDDA

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