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Della stessa pietra. Introduzione di Edi Rabini al libro di Roberto Molle: Memorie dell'Acqua - Poesie

1.4.2013, dedicato ad Alexander Langer

E’ stato Alexander Langer a farmi conoscere Roberto Molle nel 2006. Lo ha fatto attraverso un libro di poesie che Roberto gli aveva dedicato “Sogni senza dolcezza”.Langer gli si era presentato come viaggiatore leggero arrivato “da nord/ e sceso alle valli,/ con un sogno/ di ragazzo/ nel cuore”.

Ancora in quel libro, raccontando di Srebrenica, Roberto diceva “il fragore dei corpi/ batte tra gli alberi, /ribatte un suono di madre /  che cerca eterno, / un sussurro leggero/ lamento di figlio”.

Ero appena tornato da Srebrenica avendovi stretto amicizie che continuano a segnare questa stagione della mia vita. E tenevo il Salento nel cuore. Nel luglio del 1997 eravamo arrivati a Novaglie con Bruna – mia moglie - dove lei era stata in una pazza estate di 20 anni prima. Ed eravamo lentamente risaliti fino a raggiungere un piccolo ospitale campeggio a Santa Cesarea, ad un tuffo dall’abbagliante mare di Porto Miggiano.
Fu allora che decidemmo di convertire le nostre tradizionali vacanze nomadi, con la tenda in groppa alla macchina, e di ritornare ogni anno nella stessa piazzuola sotto un pino marittimo, un vecchio ulivo e la colonna sonore di instancabili cicale, alla scoperta delle molte e sempre nuove sfumature delle vite stanziali.

Non scrivo poesie. Tra le disordinate e mai sistematiche letture che nutrono il mio lato intuitivo, di cui ho imparato a fidare, la poesia è sempre capitata sull’onda dell’amicizia, con Alex Langer nel ruolo di traghettatore: le intense poesie di Sandro Boato in lingua veneziana, con traduzione a fronte; il viaggio poetico di. Roberto Dall’Olio dentro la malattia e la rinascita; il ruolo decisivo della poesia nella resistenza delle donne iraniane che ci ha fatto conoscere Nina Sadeghi.

Con Roberto ci siamo finalmente incrociati tra Torre Lapillo e Gemini, nell’estate del 2008, con reciproche promesse di nuovi incontri come si fa sulla pensilina dei treni in partenza.. Nel frattempo altri libri suoi e dei suoi compagni di strada del Consorzio Autori del Mediterraneo. E ora questa nuova raccolta da tempo covata.

Nel mio scrigno dei desideri precari c’è da molto tempo “un anno di vita in riva ad un mare”. Avrei scelto infine il Salento e mi sono per ora accontentato di dieci anni di fedeltà che me l’hanno reso amico. Scrivo queste righe da una stanza che si apre alla vista dello Sciliar, una delle cime dolomitiche che hanno cominciato ad emergere, dall’antico mare Mediterraneo, circa 250 milioni di anni fa, per effetto dello scontro tra la placca europea e la placca africana., e che conservano ancora le tracce fossili della loro precedente vita da scogliera corallina. Parte di quel “grande mare tra le montagne”che si estende dalle coste della Liguria a quelle del Libano, che Fernand Braudel ha descritto come uno spazio di cultura comune , trasformato dal duro lavoro che ha unito infine l'ulivo e la vite in simboli potenti di pace e di convivialità.

Sì, siamo uniti da una storia comune scolpita dall’acqua, resistenti a molte attrazioni per merito di un conservatorismo di pancia legato ad antiche tradizioni che celebrano ancora oggi un rapporto non predatorio tra uomo e natura. Una cultura che ha bisogno più che mai di accogliere i mille volti e le ricche umanità che Roberto ci fa riconoscere con queste sue nuove poesie.

Sì, siamo fatti dalla stessa pietra infine, noi marginali sudtirolesi di montagna e voi salentini circondati da un mare così profondo.

 (introduzione al libro di Roberto Molle – Memorie d’Acqua – Poesie, Consorzio autori del Mediterraneo 2013)

 

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