Roberto Molle: Sogni senza dolcezza, dedicato ad Alex e a Srebbrenica
ALEXANDER
Strana musa
distorta ha folgorato
con strale e veleno
il suo tiepido
andare nel tempo,
travestito da Elfo
e nutrito d'assenzio
quasi
un abaco spento
che ha i numeri cavi
come baccelli riarsi
al triste sole d'agosto.
Ritrovati anni persi
come dati avariati,
l'infanzia da mite
e l'alveare
con i segreti svelati,
Alexander LAnger
da nord
è sceso alle valli,
con un sogno
di ragazzo nel cuore,
messaggio aperto
di brivi di pace
che batteva fiero
con falce di giada
orpelli e beghine
sulle vie d'Europa
venuta a mancare
di fiera o altarino.
E lui
il vento
che sbriciola
rocce severe
e cala basso
la sera, lo sfidò
ed era estate,
chiederei ora
al vento
di riportarci
quei grumi di suono
e le timide voci
raccolte
nei giorni dell'est,
ci appartiene
come i rosari
per le perpetue
il biascicare pacifista
di quel vaggiatore
leggero.
SREBRENICA
La pioggia e il suo potere
mi trovano pronto
per il viaggio,
anche la notte
può andare bene
Le storiedi Fardon
pugnalono i miei sensi
le grandi distese
e il voyeur che non crescerà mai
il via vai di questa vita
il valore delle offese
lo sgomento per quelle parole
strappate alla radice
ti trovi qui
ancora intatto
ma la passione ha rotto gli argini
e il cuore ha rallentato
trafitto di nebbia
e rumore di fanfara
tra i licheni in fiamme
sulla strada
tracce di nuovi arrivi
che non vedrò
di certo in viso
ma il fragore dei corpi
batte tra gli alberi,
ribatte un suono di madre
che cerca eterno,
un sussurro leggero
lamento di figlio
e più giù
nella valle martoriata
evanescenza di odori
humus rigoglioso
di fiori e di carne
dieci anni e oltre
un grido s'è alzato
per Srebrenica un giglio
e ricordi confusi
di un popolo a parte
schiacciato dal sogno malato
di un'altra etnia.
Da "Sogni senza dolcezza" 2006