Alexander Langer Alexander Langer Racconti e ricordi

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Luciana Castellina: una breccia nel muro

5.7.1995, da "Il Manifesto"
Leggo e rileggo il flash dell'Ansa, perché non riesco ancora a capacitarmi, mi pare uno sbaglio, un cinico scherzo.

Perché con Alex ho parlato ancora qualche giorno fa, perché assieme avevamo messo a punto una risoluzione della commissione cultura sulla situazione dei mass media nella ex Jugoslavia. doveva essere discussa la settimana prossima a Strasburgo, ma poiché non eravamo certi che i tempi fossero sufficienti, già avevamo previsto come riprendere l'iniziativa a settembre. L'ex Jugoslavia: l'ultima iniziativa parlamentare di Alex Langer, la questione su cui in questi ultimi anni si era più speso, a livello istituzionale e sul campo, andando e venendo dai luoghi del massacro, ostinatamente cercando una via d'uscita dalla barbarie. Che per lui, altoatesino, bruciava più che per altri, perché era stato proprio dall'opposizione ai meccanismi che spaccavano le comunità della sua terra che aveva preso le mosse la sua politicizzazione. E infatti Alex era stato tra i promotori della rivista "die Brücke-Il Ponte", la prima breccia nel muro che aveva diviso i ragazzi di lingua tedesca e i ragazzi di lingua italiana, un altro "miracolo" del '68. Una battaglia cui Alex non è mai venuto meno fino - ricordo - a sfidare, rifiutandosi di ottemperarvi, la stupida e repressiva legge che imponeva a ogni cittadino dell'Alto Adige-Sud Tirolo di dichiarare la propria appartenenza etnica.

Con Alex ci siamo incontrati e scontrati, ma sempre nello stesso campo per più di 25 anni: da quando, ragazzino, era redattore di "Lotta Continua", fino a oggi, nel parlamento europeo.

Appartenevamo a due gruppi distinti, diversi soprattutto per tradizione culturale, ché raramente a Strasburgo ci si è divisi nelle scelte politiche, perché ambedue parte di quell'arco della sinistra che abbraccia un pezzo del partito socialista europeo, i Verdi, i comunisti, e che su ogni questione decisiva - la pace, la democrazia, la difesa dei diritti sociali - si trova a votare sempre assieme.

Le vicende politiche degli ultimi tempi, le frantumazioni avvenute in tutte le formazioni della sinistra, la crisi d'identità che tutti ha investito, lo smarrimento che tutti avvertiamo di fronte all'evoluzione delle cose di questo mondo, hanno - è vero - reso più opaco e pigro questo schieramento. Ognuno ha finito per rinchiudersi nel proprio impegno settoriale e gli appuntamenti comuni sono diventati più rari. Anche per questo, poiché ognuno ha vissuto più isolato in quelle trasferte di Strasburgo e Bruxelles che un tempo erano più conviviali, mi è così difficile capire cosa specificamente abbia potuto muovere il gesto disperato di Alex. Non posso togliermi però dalla testa che, quale che sia stato il suo dramma personale, questa più collettiva difficoltà di vivere la presente stagione abbia perlomeno indebolito le sue resistenze. Mi piacerebbe che questa tragedia ci aiutasse almeno a riannodare un dialogo, fra tutti noi che in modi diversi e spesso anche in reciproca polemica abbiamo compiuto un percorso comune, che forse potremmo riprendere con più fiducia e coraggio, mi piacerebbe che, se non altro, ci spingesse a sentirci umanamente più vicini.
pro dialog