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Giuseppina Manin: Alex Brücke Langer in scena al Teatro Comunale

22.4.2003, Corriere della Sera 22.4.2003

Perché si è ucciso Alexander Langer? Perché un uomo pieno di ideali, ecologista, fondatore dei Verdi italiani, parlamentare europeo, decise di andarsene a soli 49 anni, mettendosi una corda al collo nella notte del 3 luglio del ' 95? Un' uscita di scena senza spiegazioni se non quelle, laconiche, celate nel suo ultimo, doloroso, messaggio: «Perdonatemi, non ne posso più». A far tornare alla ribalta otto anni dopo questo singolare politico è Alex Brücke Lange, opera lirica in un atto, musica di Giovani Verrando, libretto di Vito Ugo Calabretta, domani sera in prima mondiale al Nuovo Comunale di Bolzano con Pierre-André Valide sul podio dei 17 strumentisti dell' Icarus Ensemble e la regia del giapponese Yoshi Oida, stretto collaboratore di Peter Brook e grande nome del teatro contemporaneo. E Oida, che proprio nel ' 95 allestì una memorabile Madame de Sade di Yukio Mishima, non esita a paragonare il crudele suicidio dell' artista nipponico con quello del leader verde alto atesino. «Mishima - spiega Oida - annunciò agli amici con cinque anni d' anticipo il suo harakiri "politico" in segno di protesta contro la violenta americanizzazione del suo Paese. Alexander Langer ha scelto un modo di uccidersi altrettanto arcaico, impiccandosi a un albero. La sua sfida impossibile era salvare il pianeta. Ma in entrambi i casi queste sono solo le motivazioni più evidenti. Dietro cui forse si nascondono ragioni più personali. Lo scopo del mio lavoro è avvicinarmi al senso segreto di questi due atti». Così, appena arrivato nel teatro bolzanino, ai tecnici che gli chiedevano di cosa avesse anzitutto bisogno, Oida ha risposto: «Di una corda». Una chiave d' interpretazione che certo susciterà polemiche nella stessa Fondazione Langer che ne mantiene viva la memoria e la lezione con annuali premi per «costruttori di pace», negli amici e compagni di impegno, da Deaglio a Sofri a Boato, mentre si annuncia la presenza alla «prima» della vedova, finora schiva di ogni celebrazione. «Nessun intento agiografico: pudore, rabbia, speranza sono state le parole guida di un percorso né biografico né lineare costruito su sprazzi di situazioni, su intrecci di utopie», conferma Calabretta, che nel libretto ha mescolato quattro lingue, italiano, tedesco, francese, inglese, segno del prepotente bisogno di comunicare di Langer. «Lui è stato un gran traghettatore di culture. Il "Brücke" inserito nel titolo tra il nome e il cognome si riferisce proprio a quel suo continuo gettare ponti tra mondi diversi». Costruttore di ponti, non di muri. Nel sogno di una nuova società, senza barriere. Un fardello di sogni forse troppo pesante per un uomo solo. Giuseppina Manin Leader verde CHI ERA Nato a Vipiteno, in Alto Adige, nel ' 46, Alexander Langer (foto) è stato giornalista, scrittore, uomo politico, appassionato sostenitore di cause umanitarie. Negli anni 80 è promotore del movimento dei Verdi in Italia che rappresenta al Parlamento europeo. Il 3 luglio del ' 95 si toglie la vita.

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