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Karl Ludwig Schiebel (Fiera Utopie concrete) sul libro "In viaggio con Alex"

11.10.2007, Altrapagina, Città di Castello

È indubbio che l’immagine del viaggio domini gli scritti su Alexander Langer, il “viaggiatore leggero” che in spostamenti continui, tra Vipiteno e Bolzano prima, e ovunque poi, cercava di salvare il mondo. Certo, “Alex il viaggiatore” rappresentava una dimensione importante della sua personalità e dobbiamo a Fabio Levi una ricostruzione puntigliosa dell’evoluzione biografica di questo cammino. Il libro mi ha toccato, a volte commosso, è scritto, nei tratti dove l’autore si sente vicino all’oggetto del suo interesse, in una bella lingua, delicata, senza falsa intimità.
Però, alla fine rimane una sensazione di leggera irritazione, se non di insoddisfazione, per un incontro troppo superficiale con una persona la cui eredità, 12 anni dopo la morte, dovrebbe cominciare a delinearsi come qualcosa di più e di diverso dalla sequenza di viaggi e incontri. Una distanza di oltre un decennio potrebbe essere sufficiente per tentare di inserire la vita di Langer in un progetto biografico più ampio.
La tentazione di saltare con il “vagabondo” da un luogo all’altro è grande, ma forse lo sguardo si allarga se ci si ferma in uno dei posti che Langer frequentò, osservandolo quando stava fermo e lavorava. Potrebbe essere una buona scelta Città di Castello perché non appare solitamente tra le stazioni del viaggiatore o in un breve riferimento a questa iniziativa, la Fiera delle Utopie Concrete, alla quale dava l’impulso.
Alex arriva insieme ad Adriano Sofri a Città di Castello nell’autunno del 1987 per una cena con il Sindaco Giuseppe Pannacci e l’assessore all’Ambiente Alessandro Bracchini. Il primo cittadino e la sua giunta cercano un consiglio su che tipo di iniziativa intraprendere a favore dell’ambiente. Potrebbe essere un premio o qualcosa di simile. Alex propone – con l’intelligenza e la fantasia spontanea che in lui hanno notato in molti – una Fiera nel senso di una grande kermesse, un appuntamento di pellegrinaggio ecologico. Come titolo prende in prestito un concetto centrale del filosofo Ernst Bloch “Utopie Concrete” – quello che è perfettamente fattibile e che nessuno fa. Tre elementi che contraddistingueranno l’iniziativa caratterizzano anche il pensiero e il modo di agire di Alexander. Lui propone di presentare “esperienze e soluzioni di una conversione ecologica dell’economia e della società”, punta sulla concretezza di quelle che oggi si chiamano “buone pratiche”, cerca di capire come arrivare dalle buone idee a queste buone pratiche. L’impostazione è più che altro culturale. Pur non sottovalutando il ruolo del progresso tecnologico, la conversione ecologica per Langer è in prima linea una questione di “desiderabilità sociale”. E infine, si immagina l’ideazione e l’organizzazione degli appuntamenti nello sforzo collettivo di un gruppo che infatti nasce in seguito a una valanga delle sue famose cartoline nel gennaio del 1988. Concretezza, cultura, collettività.
Affida il compito di dare forma e concretezza alla sua idea a un gruppo di una ventina di esperti ambientali europei. I lavori del comitato consultivo europeo partono all’inizio del 1988 e per più di sette anni, quando si toglie la vita nel luglio 1995, Langer è la forza propulsiva delle sue riunioni. Tre, quattro volte l’anno si cerca in un lungo weekend di intensi dibattiti di impostare la prossima Fiera delle Utopie Concrete. Ci sono le idee e le proposte cui Alex contribuisce in prima persona. Riesce a fare arrivare alle prime fiere, con il muro ancora in piedi, rappresentanti dei movimenti ecologisti dell’Europa dell’Est; introduce il tema dei cambiamenti climatici e porta l’Alleanza per il Clima in Italia e a Città di Castello, convoca una grande conferenza delle importanti esperienze di eco”istituti europei che darà poi i suoi frutti con l’eco”istituto di Bolzano, riunisce la frazione dei Verdi del parlamento europeo nella sala consiliare di Città di Castello animata dallo spirito dell’Europa. L’altro suo ruolo è di trasformare nelle riunioni del comitato della Fiera delle Utopie Concrete con carisma ed entusiasmo la sala non particolarmente allegra di un albergo della città per due, tre giorni nel luogo di punta del discorso ecologico. L’intensità del dibattito e lo sforzo di ognuna e ognuno a dare il meglio avevano come catalizzatore e sostegno Langer, l’ascoltatore incoraggiante. Con lui nel pubblico era più facile parlare ma anche più gratificante. Continuità, ascolto, ispirazione.
Fabio Levi e altri colgono l’aspetto più ovvio, più visibile della persona di Langer, l’instancabile viaggiatore che saltando da luogo in luogo semina le idee della conversione ecologica e della convivenza. Seminare le idee è roba degli intellettuali e quindi riconoscono facilmente questo lavoro in altri. Anche Anna Bravo nella sua splendida recensione del libro di Levi (La Repubblica 18 agosto 2007) parla di un Langer che “ha disseminato pezzi di sé nei luoghi più diversi senza badare molto a come si sarebbero potuti combinare fra loro”. Non mi risulta. Lavorava con un gruppo ben identificabile su un corpo di idee e obiettivi altrettanto identificabili. Molti membri italiani del comitato consultivo della Fiera delle Utopie Concrete venivano, in continuità con il suo lavoro politico degli anni precedenti, dai ranghi di Lotta continua, la visione di una conversione ecologica era oggetto di pensiero e lavoro di molti di questo comitato. Hans Glauber aveva cominciato poco prima delle Utopie Concrete con i Colloqui di Dobbiaco, Fulvia Fazio e Silvia Zamboni lavoravano con “Nuova Ecologia”, al tempo un mensile indipendente, Wolfgang Sachs, il primo coordinatore delle Utopie Concrete collaborava con Ivan Illich sulle false speranze di uno sviluppo del sempre più grande e veloce e Franco Lorenzoni ideatore e animatore dei laboratori didattici della Fiera delle Utopie Concrete dirigeva con la Casa Laboratorio di Cenci un centro di educazione ambientale che portava con grande originalità e creatività i ragazzi e le ragazze (e tanti adulti) in un contatto diretto con la natura, mentre con Peter Kammerer Alex ragionava nelle sue lezioni all’università di Urbino su un nuovo modello di sviluppo.
L’idea spontanea, originale e creativa di Langer di una Fiera delle Utopie Concrete a Città di Castello si inseriva al tempo in un grande e variegato campo d’attività. Il suo carisma stava nel riunire tanti protagonisti di questo processo in una piccola città dell’Italia centrale e farli lavorare insieme e lavorando insieme a loro portare una grande varietà di esperienze sul luogo. Ma la storia non finisce lì.
Quasi tutti i protagonisti di allora continuano a lavorare per la conversione ecologica; a Dobbiaco con i colloqui ma anche con i corsi sulla certificazione energetica degli edifici, a Wuppertal con le ricerche su un “futuro equo”, a Cenci con l’educazione ambientale e a Città di Castello con dibattiti sul futuro ecologico comune ma anche con azioni come il “blocco di ghiaccio” sull’efficienza energetica e le prospettive di un Altotevere Energia Sostenibile.
La scommessa del blocco di ghiaccio in Piazza Matteotti a Città di Castello è cresciuta da uno dei pezzi che Langer ha disseminato con la Fiera delle Utopie Concrete, “Fuoco” nel 1990, quando si parlava di piani energetici e appunto di efficienza energetica. Non in una estrapolazione così lineare ma sembra plausibile che lui si ritroverebbe in molto di quello che oggi viene pensato e sperimentato tra Wuppertal, Bolzano, Città di Castello, Cenci e Urbino. Se, come insiste in modo molto convincente Anna Bravo, “il suicidio non è la ricapitolazione di una vita” tocca fare attenzione a non soffermarsi sul correre, spendersi e spremersi che Langer emanava come sensazione di vita e che sembra portare con una certa ineluttabilità a quest’ultimo atto. C’era anche il Langer che si fermava, che insieme ad altri metteva i pezzi insieme con insistenza e tenacia nel tentativo di affrontare una crisi ecologica che oggi più che mai ha bisogno della “conversione ecologica dell’economia e della società”.
Un libro molto importante e bello, quello di Levi, In viaggio con Alex, che lascia spazio per un seguito, “Al lavoro con Langer”.

Fabio Levi, In viaggio con Alex, La vita e gli incontri di Alexander Langer (1946 – 1995), Feltrinelli, Milano 2007

 

Pubblicato nel mensile di Altrapagina di Città di Castello  http://www.altrapagina.it

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