Parlamento Europeo: interrogazione scritta sul caso Beslagic dei deputati Sepp Kusstatcher, Doris Pack, Gisela Kallenbach, Monica Frassoni, Daniel Cohn-Bendit alla Commissione e al Parlamento
4.12.2007, PE - Ufficio on. Sepp Kusstatscher
Nel giugno 2007 un Tribunale serbo ha emesso un mandato di cattura e d'estradizione internazionale, via Interpol, per tre cittadini di Tuzla, per «crimini di guerra» legati ad un fatto successo a Tuzla il 15 maggio 1992, conosciuto come caso "Brcanska Malta". Secondo l'accusa, furono uccisi circa 200 soldati disarmati della JNA (Jugoslav National Army); secondo altre fonti attendibili, la JNA non era disarmata e furono uccisi 49 soldati e 4 difensori della città. Fra gli accusati risulta anche l'ex sindaco di Tuzla, Sélim Bešlagić, oggi parlamentare della Federazione della Bosnia-Erzegovina. Sempre per accuse collegate a questo episodio, nel maggio 2007 è stato arrestato a Belgrado Ilja Jurisic, allora presidente del consiglio comunale di Tuzla. Jurisic attualmente si trova ancora in prigione a Belgrado. Già nel 1993 la magistratura di Miloševic aveva avviato questa iniziativa d'accusa, basandosi su una richiesta mossa dai corpi militari di Karadžić e Mladić. Il caso della "Brcanska malta" è già stato trattato dal Tribunale penale internazionale (TPI) in base agli "Accordi di Roma" del 1996 (scaduti nel 2004 e rinnovati solo da Serbia e Croazia), secondo i quali i mandati d'arresto per violazioni del diritto umanitario internazionale erano validi solo dopo essere stati visti dal Tribunale penale internazionale e giudicati coerenti con gli standard legali internazionali. Analizzato il caso, il TPI ha concluso che le accuse erano inconsistenti e l'ha passato alle istituzioni giuridiche della Bosnia-Erzegovina. Il mandato di cattura ed estradizione internazionale del giugno 2007 e l'arresto di Jurisic, contraddicono il giudizio del TPI. In seguito al mandato del giugno 2007 Bešlagić è apparso in Tribunale a Sarajevo, rinunciando alla sua immunità parlamentare, ed è stato immediatamente rilasciato per inconsistenza delle accuse. Tuttavia, a causa di questo mandato, se Bešlagić lasciasse la Bosnia potrebbe essere arrestato e rimesso alle autorità serbe. Bešlagic è una persona nota sul piano internazionale, anche al Parlamento europeo, dove è stato più volte ospite, essendosi impegnato in prima persona per la difesa del carattere interetnico della sua città.
E' la Commissione a conoscenza di questo grave fatto di limitazione della libertà personale che colpisce alcuni stimati esponenti della Bosnia-Erzegovina? Non ritiene opportuno chiarire che se la Serbia vuole davvero arrivare alla firma del Accordo di Stabilizzazione ed Associazione deve evitare di perseguire azioni che contribuiscono a rinfocolare l'odio etnico? Non intende chiedere al governo serbo spiegazioni su di un comportamento che ha il chiaro obiettivo di controbilanciare e compensare la cooperazione richiesta dalla UE con il Tribunale per i Crimini di Guerra nella ex Jugoslavia?
Non ritiene il Consiglio necessario intervenire - nei limiti delle sue competenze - per dichiarare non applicabile nel territorio un provvedimento così arbitrario dando opportune disposizioni all'Interpol?
In allegato il testo originale inglese
question_Besl_COM.doc
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