Utilizziamo i cookie per rendere il nostro sito Web il più intuitivo possibile. Se continui, supponiamo che tu acconsenta a questo.
Ulteriori informazioni sono disponibili nella informativa sulla privacy.
16 giugno 2007 a Tuzla: Da Belgrado un mandato di cattura contro l’ ex-Sindaco Selim Bešlagić
17.6.2007, Foto: Beslagic, Cofferati, Pasagici, Radmanovic a Bologna
Mentre ci trovavamo a Tuzla è arrivata la notizia che un Tribunale serbo aveva emesso un mandato di cattura e d’estradizione, via Interpol, per tre cittadini di Tuzla accusati di crimini di guerra. Alcuni giorni prima era stato arrestato a Belgrado, durante uno scalo all’aeroporto, Ilija Jurišić, ex-presidente del Consiglio comunale di Tuzla, a tutt’oggi non ancora rilasciato.
Insieme a Enver Delibegović e Budimir Nikolić il mandato di cattura riguarda anche l’ex sindaco di Tuzla, Selim Bešlagić oggi parlamentare della Federazione BiH, accusato di “crimini di guerra” per un fatto collegato all’inizio del conflitto, quando una colonna dell’esercito allora Jugoslavo era stata costretta, il 15 maggio 1992, ad uscire dalla città che aveva deciso di opporsi alla guerra di conquista da parte delle milizie serbe, sostenuta da Milošević.Portato in Tribunale a Sarajevo dalla polizia, Bešlagić e gli altri sono stati subito rilasciati per “inconsistenza delle accuse” ma non potranno lasciare la Federazione senza rischiare di essere arrestati, perché il cosiddetto “Accordo di Roma” che garantiva la libertà di movimento dei cittadini dei diversi paesi dell’ex-Jugoslavia è scaduto nel 2004. Al ritorno abbiamo cercato di trovare traccia di questa notizia sui giornali italiani, fino a quando, una prima informazione è venuta dalla traduzione di un articolo di “Oslobođenje” del 16 giugno, sul sito di www.osservatoriobalcani.org.Selim Bešlagić è stato un amico di Alexander Langer: lo aveva accompagnato a Bolzano e al Parlamento Europeo ed aveva ha un po’ adottato la sua Tuzla “interetnica”, dove si è svolto nel novembre del 1994 uno dei più importanti incontri del “Verona Forum per la pace e la riconciliazione nei territori dell'ex-Jugoslavia”. E che lo spinse, dopo l’attentato del 25 maggio 1995 che aveva ucciso 71 giovani della città, a presentare alla riunione dei Capi di stato e di governo del 26 giugno 1995 a Cannes il drammatico appello “l’Europa nasce o muore a Sarajevo” (http://www.alexanderlanger.org/it/34/163). In occasione del conferimento del Premio Alexander Langer 2005 a Irfanka Pašagić, Selim Bešlagić è tornato in Italia ed ha riannodato i rapporti di gemellaggio con la città di Bologna, stabiliti durante e dopo la guerra ma andati perduti negli anni di governo del centro-destra. Vogliamo davvero rassegnarci a questo stillicidio di piccoli soprusi e di violenze quotidiane che purtroppo non fanno notizia ma inculcano in tutti assuefazione e rassegnazione?Penso che il Governo italiano debba farsi carico di questa vicenda e verificare se sono possibili dei passi formali che restituiscano a Selim Bešlagić, e agli altri, almeno la libertà di movimento in Italia.Edi Rabini