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Marcella Pirrone: Difesa dei diritti delle donne

17.11.2005, Andreina 2005 - foto: Archivio Alto Adige
Anche come avvocata Andreina Emeri è stata protagonista e fervida attivista nelle campagne di lotta che hanno caratterizzato quella lunga ed importante stagione del diritto italiano che dopo il movimento del ’68 e con il movimento delle donne è sfociata nell’approvazione delle seguenti leggi fondamentali per la vita delle donne e di conseguenza di tutta la società italiana:

L. 20.05.1970 n. 300 Statuto dei Lavoratori (Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento)

L. 01.12.1970 n. 898 Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio (separazione – divorzio)

Nel 1974 ci sarà un referendum che tenta di abrogare la legge sul divorzio, tentativo che fallisce grazie anche ad una forte mobilitazione del movimento delle donne.

L. 30.12.1971 n.1204 Tutela delle lavoratrici madri ( divieto di licenziamento, congedo obbligatorio e facoltativo di maternità)

L. 19.05.1975 n. 191 Riforma del diritto di famiglia (parità tra i coniugi, definizione dei reciproci , diritti – doveri tra coniugi e parità nella genitorialità, introduzione del regime della comunione dei beni tra coniugi come riconoscimento dell’apporto del lavoro della donna in casa e per la famiglia).

L. 09.12.1977 n. 903 Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro (divieto di discriminazione fondata sul sesso in ordine all’accesso al lavoro, alle qualifiche e mansioni, alla retribuzione)

L. 22.05.1978 n.194 Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza

Nel 1981 ci sarà un referendum che tenta di abrogare la legge n. 194/78, tentativo che, come per il divorzio, fallisce di nuovo grazie alla forte mobilitazione del movimento delle donne.

L. 27.07.1978 n.392 Disciplina delle locazioni di immobili urbani (norme sull’equo canone a
tutela dei conduttori nelle locazioni)

L’ avv. Andreina Emeri è riuscita sin dai primi anni della sua attività legale a lasciare un forte segno nel mondo giudiziario con il suo impegno professionale a sostegno dei diritti delle donne. Attraverso questa professione, che ella svolgeva nel suo studio di Bolzano e in vari luoghi importanti di consulenza gratuita (consultorio familiare AIED, sindacato, Centro Casa), Andreina Emeri ha avuto una sorta di osservatorio privilegiato dei problemi che le donne incontravano realmente e praticamente nella loro vita quotidiana come lavoratrici/casalinghe, mogli/compagne e/o madri, donne che volevano autodeterminarsi nella loro vita sessuale e procreativa.
L’idea chiave della libertà femminile assieme ad una ricerca di garanzia e tutela legislativa delle scelte di autonomia e responsabilità delle donne hanno caratterizzato l’attività legale di Andreina Emeri che è riuscita a coniugare la sua passione politica e l’attenta analisi della realtà delle donne con interventi proficui anche nelle aule giudiziarie a difesa dei diritti delle innumerevoli donne che ha assistito.
Il suo campo di azione era vasto ed impegnativo: diritto di famiglia, difesa dei diritti delle donne nei casi di violenza fisica, psicologica e sessuale contro le stesse, difesa dei diritti delle donne nelle scelte procreative e sessuali, difesa dei diritti delle madri all’interno della famiglia e del mondo del lavoro, difesa delle donne lavoratrici e nel problema della casa. Difesa che in quegli anni non era per nulla scontata né facile, ma che si scontrava con modelli della società molto lontani da ciò che le donne iniziavano a chiedere, “osavano” pretendere come diritti.

“…In generale posso dire che separarsi per le donne in Alto Adige è particolarmente difficile. Anche nei casi di evidente violenza alle donne viene consigliato, anche dagli avvocati ai quali esse si rivolgono, che è meglio mettersi d’accordo, avere pazienza e fare sacrifici. Lo stesso dicono nell’associazione per le famiglie (“Familienverband” ) e nel consultorio (“Eheberatung”)… Nel mio studio legale ho dovuto constatare che nel 90% dei casi, ove la donna comunica al marito la sua volontà di separarsi, si arriva a situazioni di violenza. E non c’è differenza fra tedeschi ed italiani, fra proletari o albergatori. … In questi casi mi confronto con problemi notevoli; so che la donna è esposta a grave pericolo quando il marito diventa violento a seguito del deposito in tribunale della pratica di divorzio. Sino alla decisione del giudice possono passare alcuni mesi e per questo motivo cerco sempre di abbreviare i termini, di trovare assieme alla donna soluzioni che le permettano di vivere separata dal marito sino all’udienza. Ciò è particolarmente difficile perché non esistono strutture pubbliche che aiutino la donna; non esiste una casa delle donne ove la donna possa almeno sino alla sentenza sentirsi al sicuro dalla violenza dell’uomo. In questi mesi la violenza è più frequente e più pericolosa: le donne vengono picchiate, perseguitate, controllate, i figli vengono utilizzati come strumento di pressione…I sindacati ed i partiti hanno, di là delle dichiarazioni verbali, caratteristiche maschiliste, per cui questi casi di violenza contro le donne vengono percepiti ancora troppo spesso come “normali”, senza che se ne colga il significato politico. (sic) . E’ mia opinione che questo tipo di violenza sia “violenza politica” alla stregua degli atti terroristici; violenza politica perché frena le donne nel loro processo di sviluppo e nelle loro potenzialità di autonomia. ” (traduzione di un’ intervista ad Andreina Emeri nella Südtiroler Volkszeitung del 29.08.1980).

E ancora Andreina Emeri sui diritti delle donne nella procreazione:
“Arretratezza e ostilità verso la contraccezione: molta ideologia nei consultori cattolici, scarsa o nulla disponibilità nelle strutture del servizio sanitario. E nel caso di una gravidanza indesiderata, tante altre porte chiuse per la donna. … Ma a parte questi fatti limite vi è in provincia una vasta e sempre peggiore inapplicazione della legge sull’ interruzione volontaria di gravidanza.” (intervista in Tandem 20.12.1984).

Andreina Emeri avrebbe visto con soddisfazione e orgoglio l’approvazione negli anni successivi di quelle leggi alla cui nascita aveva dato un contributo così appassionato e prezioso, anticipando con lungimiranza i bisogni e desideri delle donne. In particolare nel campo della violenza alle donne l’introduzione di nuove leggi ha creato strumenti di difesa dei diritti delle donne in situazione di violenza che permettono un percorso di uscita dalla violenza o di protezione dalla stessa, così come la ridefinizione nel 1996 del reato di violenza sessuale e le connesse scelte legislative procedurali hanno posto fine ad un dibattito trentennale all’interno del movimento delle donne sulla dignità della donna come persona, sull’inviolabilità del suo corpo, sulla sua libertà di autodeterminazione, optando per la procedibilità a querela di parte della vittima della violenza sessuale.

Di seguito le leggi più significative in materia:

L.P. 06.11.1989 n. 10 Legge provinciale istitutiva del servizio Casa delle Donne (legge che permette la creazione in Alto Adige delle Case delle Donne – Centri Antiviolenza che danno protezione-alloggio a donne e figli che fuggono da una situazione di violenza)
L. 15.02.1996 n. 66 Norme contro la violenza sessuale (ridefinizione del reato di violenza sessuale, qualificazione come reato contro la persona, strumenti di tutela processuale delle vittime di violenza sessuale)
L. 04.04.2001 n. 154 Misure contro la violenza nelle relazioni familiari (possibilità giudiziale
dell’allontanamento da casa dell’autore della violenza anziché le vittime).

L’evoluzione/involuzione politica degli ultimi anni in Italia ha purtroppo visto un’offensiva radicalmente negatrice della libertà femminile che mira a rimettere in discussione i diritti e le libertà acquisiti dalle donne a partire dagli anni ’70 . Al di là delle legislazioni e delle politiche del lavoro, fondate sulla precarizzazione e sull’abbassamento delle garanzie che hanno reintrodotto la marginalizzazione delle donne nel mercato del lavoro e una maggiore difficoltà nell’esercizio delle conciliazione tra vita familiare e lavorativa (temi ai quali Andreina Emeri ha sempre dedicato la massima attenzione) - si prenda come ultimo esempio la legge sulla procreazione assistita (L. 40/2004) che nega l’autodeterminazione delle donne e per questo apre la strada alla revisione peggiorativa della legge sull’aborto, riduce il corpo femminile a mero contenitore, mette gravemente in pericolo la salute delle donne. E’ in atto un’ondata controriformista – con proposte di riforme anche in campo di affidamento figli - che tenta di assoggettare nuovamente le donne a un principio ordinatore di fonte maschile, proponendo un modello familiare e relazionale che cerca di limitare nuovamente la libertà di scelta delle donne. Impossibile in un tale contesto non pensare ad Andreina Emeri e a tutte quelle donne che come lei e con lei hanno tanto lottato per l’affermazione di quei diritti delle donne ora nuovamente messi in discussione ed impossibile non sentire la mancanza del suo pensiero, della sua passione ed azione politica.

(Marcella Pirrone è avvocata, socia e consulente del Centro Antiviolenza - Casa delle Donne di Merano)
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