Fondazione Fondazione andreina emeri

Statuto C.d.A. (Consiglio d'Amministrazione) & Revisori Comitato Scientifico-Garanzia Staff Programma attività Relazioni finali bilanci consuntivi Elenco contributi pubblici Ich trete bei - mi associo Quaderni della Fondazione bacheca 2005 bacheca 2006 bacheca 2007 bacheca 2008 bacheca 2009 bacheca 2010 bacheca 2011 bacheca 2012 bacheca 2013 bacheca 2014 bacheca 2015 bacheca 2016 bacheca 2017 bacheca 2018 bacheca 2019 bacheca 2020 bacheca 2021 bacheca 2022 Bergamaschi Paolo-info Mezzalira Giorgio Info memoria adelaide aglietta andreina emeri
anna segre anna bravo lisa foa renzo imbeni marino vocci giuseppina ciuffreda José Ramos Regidor clemente manenti simone sechi Irfanka Pasagic findbuch - archivio Comunicati Stampa LAVORA CON NOI Elenco contributi pubblici
RE 2009-giardino dell'Arca (18) Spazio all'integrazione! (12)

Il successo elettorale del MSI

15.11.2005, verbale della seduta del 10.7.1985
Questo bilancio è diverso dagli altri per due motivi a esso esterni. Uno è la trattativa in corso con il Governo (N.d.R. per la determinazione della quota variabile di finanziamento). L’altro è il fatto che esso sia stato progettato poco dopo le elezioni del 12 maggio 1985 costringendoci così a discutere dei suoi risultati.

Si avverte un certo senso di saturazione, perché molte cose sono state dette e scritte sulla stampa locale, nazionale e internazionale e mi sembra che da tutto questo emerga sempre la discussione se questo successo elettorale del MSI sia dovuto a voti di protesta o a voti realmente fascisti. Io penso che questo sia un faso problema, perché non si capisce quale altra conseguenza bisogna trarre. Perché se si tratta di voti di protesta, secondo alcuni bisognerebbe dare ascolto a questa protesta, prenderla in considerazione, meditare. E invece se si trattasse veramente di voti fascisti si può trascurare il problema, far finta che nulla sia avvenuto, semplificare dicendo che sono fascisti e non bisogna dare loro ascolto, “non ti curar di loro, ma guarda e passa”.
Io non credo si possa trascurare e considerare non influente e importante la constatazione che 12 anni di autonomia producono il fascismo, per cui né in un caso né nell’altro si possa far finta che nulla è successo.
Qual è stata in proposito la reazione dei partiti di maggioranza? La SVP, secondo me, ha scelto la strada più facile e per lei indolore.
L’opinione che si è letta nelle interviste rilasciate dai leader di questo partito, e che si è ascoltata in quest’aula, è: si tratta di fascisti. In fondo gli italiani dell’Alto Adige hanno sempre avuto un tasso di fascismo un po’ più pronunciato che altrove e poi comunque in realtà la colpa è di chi ha osato, sin da prima del censimento 1981, mettere in dubbio le verità rivelate, che ha osato sottolineare una tendenza involutiva antidemocratica dell’autonomia. Quindi è in sostanza tutta colpa degli alternativi. Insomma il re non è nudo perché è nudo, ma perché qualcuno ha detto che era poco vestito.
La DC mi sembra che, dopo aver scartato come impraticabile una scelta di recupero dei valori propositivi, innovativi dell’autonomia – che peraltro era presente all’interno di questo partito o quanto meno all’interno di alcune sue correnti – ha invece operato con maggior decisione una scelta per un regime di spartizione. Non uso a caso questa parola, che non è uguale a separazione, uso proprio la parola spartizione. Ha scommesso di riuscire a convincere gli italiani che l’unica maniera per sopravvivere in Sudtirolo è quella di affidarsi a un santo protettore, che se non sta proprio nella stanza dei bottoni, sta almeno in anticamera, e che sia in grado di garantire la fettina italiana, ogni qual volta viene tagliata una fetta di risorse tedesca. Quindi difesa ad oltranza della proporzionale, non solo, ma allargamento, estensione della proporzionale, creazione di questo concetto dell’immanenza della proporzionale in tutta la gestione dell’autonomia e della politica in Sudtirolo.




pro dialog