Alexander Langer - Apriamo la porta alle donne algerine
"Delle volte noi guardiamo ai rifugiati, in questo caso per esempio alle donne algerine, come una specie di peso per la nostra società. Invece noi dovremmo guardare con altri occhi. Accogliere persone che oggi nel loro paese non possono esercitare i propri diritti, o che sono addirittura minacciate spesso nella loro stessa vita. Accoglierle nel nostro paese é anche un investimento, é un investimento democratico che ci permette per il futuro di costruire i rapporti con coloro che in quel paese possono ricostruire un dialogo civile.
Nel caso dell'Algeria, in particolare, noi tutti sappiamo quanto quella società sia oggi attraversata da contraddizioni profonde, in cui si mescolano eredità di un vecchio regime, una profonda attitudine antidemocratica e spesso violenta dell'integralismo islamico, in cui abusi da parte del potere - in particolare del potere militare – fanno perdere fiducia a molte persone. Allora vogliamo o non vogliamo sostenere coloro che possono in qualche modo essere una terza parte, una sponda diversa per la ricostruzione di un dialogo civile. E in questo le donne in Algeria, organizzate o no che siano, le donne che oggi rivendicano i loro diritti spesso contro un forte pregiudizio, in cui l'essere donna diventa motivo di persecuzione, essere donna e rivendicare diritti politici diventa oggetto di ulteriori discriminazioni, aprendo noi le nostre porte a loro riconoscendole come perseguitate politiche, riconoscendo in loro delle titolari di diritto all'asilo, noi compiamo appunto un investimento democratico, un investimento di ripacificazione verso la società algerina, perché sappiamo bene che la società algerina avrà bisogno proprio di queste risorse per potersi evolvere in senso democratico. Quindi apriamo le nostre porte.