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Ore decisive per la decisione sulla brevettabilità delle cosidette invenzioni biotecnologiche

1.3.1995, comunicato stampa
Giovedì 1 marzo 1995 il Parlamento europeo dovrà emettere un voto importantissimo: accettare o respingere il compromesso raggiunto col Consiglio dei ministri e con la Commissione esecutiva in materia di brevettazione di cosiddette invenzioni biotecnologiche.

Con la benedizione del socialdemocratico tedesco Willy Rothley e del democristiano italiano Carlo Casini, ma con numerose opposizioni in tutti gli schieramenti, il compromesso prevede un notevole passo in avanti verso l'estensione della brevettabilità di "materiale biologico": piante, animali, persino "elementi suscettibili di applicazione industriale e derivati dal corpo umano con un procedimento tecnico in modo tale che non siano più attribuibili ad un individuo specifico", nonchè "procedimenti di modificazione dell'identità genetica del corpo umano", purchè non siano "contrari alla dignità della persona umana" (cosa mai vorrà dire?). Per gli animali "i procedimenti di modificazione dell'identità genetica", per essere brevettabili, non devono essere "di natura tale da provocare su di loro sofferenze o menomazioni corporali senza utilità sostanziale per l'uomo o l'animale"; non sono brevettabili "animali risultanti da tali procedimenti, nella misura in cui la sofferenza o le menomazioni corporali inflitte agli animali siano sproporzionate rispetto all'obiettivo" - dal che si capisce che quando, invece, sofferenze e menomazioni siano proporzionate, non ci sarebbero obiezioni contrarie.

La ragione di questo corazzamento giuridico degli interessi dell'industria biotecnologica è chiara: "considerando che gli investimenti nel settore della ricerca e sviluppo sono particolarmente costosi e rischiosi, specialmente per quanto riguarda l'ingegneria genetica, e che soltanto grazie ad un'adeguata protezione giuridica essi possono risultare economicamente vantaggiosi", dice il testo della "Direttiva sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche" (anche tutte le altre citazioni provengono da quel testo, e dalla relazione sottoposta al Parlamento europeo).

L'unità europea di Greenpeace il giorno prima del voto ha deciso di sensibilizzare il Parlamento e l'opinione pubblica con un'azione spettacolare: due scalatori si sono arrampicati sul Parlamento e Bruxelles, bloccando il traffico di rue Belliard ed issando un enorme striscione giallo con "No patenting on life!" (No ai brevetti sulla vita!), ed invitando i deputati - raffigurati come assediati da biscioni delle lobbies industriali - a votare contro. Le forze politiche appaiono divise: chiaramente contrari sono i Verdi, buona parte della sinistra unita, dei radicali europei e dei berlusconiani di "Forza Europa", molti socialdemocratici tedeschi e non pochi laburisti, il drappello dell'"Europa delle Nazioni"; ma nei grandi gruppi (socialisti e democristiani) e tra i liberali serpeggia incertezza e molti sono i favorevoli.

Una volta che il Parlamento europeo respingesse la proposta di Direttiva, essa decadrebbe automaticamente; se invece prevalessero gli amici dei brevetti biotecnologici, non è detto che nel Consiglio i contrari (come l'Austria e Danimarca) ed i dubbiosi (Svezia, Italia?, Lussemburgo, Spagna...) non riescano a prevalere, impedendo che si raggiunga la maggioranza qualificata necessaria.

Alexander Langer, presidente del Gruppo Verde europeo, che a nome del Gruppo chiederà un rinvio della discussione e della votazione, visto che i documenti erano disponibili solo il giorno precedente il voto, ha firmato un appello comune con esponenti di altri Gruppi, tra cui il liberale Carlos Pimenta (ex-ministro portoghese dell'ambiente), Dagmar Roth-Behrendt (socialisti tedeschi), Roberto Mezzaroma (Forza Europa), Alonzo Puerta (Sinistra unita, Spagna), Jimmy Goldsmith (Europa delle Nazioni), Bernhard Posselt (democristiano tedesco), invitando i colleghi al voto contrario.
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