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Dobbiamo conoscerci per procedere uniti

2.12.1964, Bi-Zeta 58

Sulle pagine di questo giornale si è parlato speso dei probemi che nascono dalla realtà etnica della nostra provincia, che comporta la convivenza di più gruppi etnici diversi per carattere e cultura.
Il fatto che "Bi-Zeta" esca anche con delle pagine in lingua tedesca vuole aiutare a conoscerci meglio e ad offrire ai giovani di lingua tedesca la possibilità di trovare anche articoli nella loro madrelingua.

Comprendersi

Comprendersi è un fatto essenziale per la situazione in cui viviamo. Due gruppi linguistici (ed un terzo nelle Valle Ladine) vivono insieme, ma non presentano una vera vita comunitaria, anzi si ignorano reciprocamente e sboccano in atteggiamenti ostili. Io vorrei indicare in questo articolo delle premesse a mio avviso necessarie appunto per comprendersi a vicenda e sfruttare positivamente questa nostra realtà.

La lingua

Per me il problema della lingua è uno dei più gravi, uno dei fondamentali, che andrebbe risolto al più presto. Accanto alla popolazione di lingua tedesca negli ultimi quarant'anni si è formata un comunità di lingua italiana, numericamente abbastanza consistente, da cui ormai la vita nella nostra provincia non può prescindere. E' inutile deplorare o lodare questo fatto, non cambierà per questo, Ma il nostro impegno - della gioventù poi in misura particolare - sta proprio nel saper cogliere coraggiosamente questo fatto e viverlo coscientemente.Naturalmente deriva da ciò il dovere basilare di conoscere le due lingue. Non è un argomento giusto se si affermare che l'italiano è la lingua di stato, quindi basta conoscere quella. Dall'altra parte la popolazione di lingua tedesca realisticamente non può ritirarsi dietro la trincea delle garanzie costituzionali ed ignorare la lingua italiana. I vecchi non li cambieremo più, quelli parlano nella maggioranza una sola lingua. Ma noi giovani dobbiamo - è un imperativo di coscienza! - essere bilingui. Dico bilingui, e non intendo con ciò affermare che basti sapere quelle poche paroline che sono sufficienti per convincere l'esaminatore del concorso della nostra bilinguità. Occorre che tutti sappiamo parlare e scrivere non solo la nostra, ma anche la lingua dell'altro gruppo etnico.

E la scuola?

La scuola di lingua italiana purtroppo presenta il grave inconveniente di non adattarsi a questa esigenza. La scuola di lingua tedesca prepara veramente il giovane ad esprimersii correntemente nella lingua italiana, però non altrettanto accade nella scuola italiana.
Uno dei tanti assurdi della nostra situazione è quello che spesso un giovane di madrelingua italiana esca dalla scuola sapendo l'inglese ed ignorando, almeno parzialmente, il tedesco. Ma non basta imparare la lingua solo in qualche aspetto, bisogna apprenderne anche la cultura, Perciò nelle scuole di lingua italiana (innanzitutto nel liceo classico) si dovrebbe giungere ad un insegnamento completo - analogo all'insegnamento dell'italiano nelle scuole tedesche - della lingua e della letteratura tedesca. Occorre che il giovane di lingua italiana svolga i temi in tedesco come accade in verso contrario nelle scuole tedesche. Una traduzione non prepara sufficientemente all'uso corrente della lingua, Qualcuno forse obietterà che ciò comporta un onere maggiore per gli studenti. E' vero, ma gli studenti di lingua tedesca questo onere lo sopportano da vent'anni con notevole beneficio. Un fatto logico, però purtroppo solo di rado realizzato, dovrebbe essere la condidizione che l'insegnante debba essere di quella madrelingua che insegna (come previsto dalla Commissione die 19 ndr che stava redigendo la proposta di Nuovo Statuto d'Autonomia).

Cultura diversa

La diversità però non è soltanto linguistca, è anche culturale. Perciò dovremmo arrivare ad una tale maturità (qui mi rivolgo gli studenti), da capire e stimare l'altra cultura, pur senza appropriarcene. Naturalmente ciascuno deve mantenere la sua cultura, quella della sua comunità (con ciò svanisce ogni timore o tentativo di snazionalizzazione), ma una comprensione è necessaria per capire la mentalità dell'altro gruppo etnico. Non è pangermanesimo (il vecchio spauracchio...) se un cittadino di lingua tedesca si rifà alla cultura tedesca (che è unica, benchè con delle diversità regionali notevoli). Ma finchè questo nn lo comprendiamo non avremo valutato veramente la situazione. E' un assurdo pure voler convincere l'altro della superiorità della propria cultura e magari convertirlo ad essa. Simili tentativi sono addirittura ridicoli, si finisce, come qualche volta succede, a paragonare criticamente Dante e Goethe per stabilire chi sia il più grande!

Ci proviamo?

Vedete, cari amici di lingua italiana, voi forse ora mi accuserete di spirito di parte, Io vorrei cercare di dirvi certe cose che forse mai nessuno ha tentato di dirvii, che voi stessi forse non sapevate. Un po' questo discorso - mutatis mutandis - va pure rivolto agli amici di lingua tedesca (che spesso, forse nutritii da superata propaganda, credono effettivamente nella superiorità di una delle due culture). Ma ciò che riguarda voi innanzitutto è il discorso dell'altra lingua. Se voi vi guardate un po' in giro vedrete che negli spettacoli teatrali di lingua italiana si vedono spesso dei tedeschi, ma quasi mai viceversa. Lo stesso vale per il cinema (ma qui davvero non varrebbe la pena andarci...), per le conferenze, i dibattiti, e così via. Io vorrei seriamente invitare a provare di comprendere e di interessarvi di una cultura a voi forse poco nota, di apprendere meglio quella lingua che non potrete trascurare nella vostra futura attività professionale, che vi aiuterà nei vostri rapporti umani. Che poi in fondo ci aiuterà tutti a rendere più umana la nostra società.

 

Tratto da Bi-Zeta 58, dicembre 1964, periodico della Gioventù studentesca di lingua italiana, che ospita per la prima volta articoli di collaboratori di lingua tedesca. Traditori è tradotto in altro file, per consentire un confronto delle diverse argomentazioni proposte agli interlocutori dei due gruppi.

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