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Risparmio etico

1.4.1993, da SENZACONFINE, stili di vita, aprile 1993
Il denaro non puzza, dicono i cinici. La paura di sporcarsi le mani contrassegna le anime belle. L'angoscia di restare senza soldi ed oppressi dai debiti caratterizza molte persone di una certa età che hanno magari vissuto un trauma da svalutazione, da truffa o da investimento fallimentare e devastante.
I soldi: tutti ne abbiamo bisogno, in molti preferiamo averne tanto piuttosto che poco, e difficilmente potremmo immaginare di vivere senza denaro anche un solo giorno. Eppure il nostro rapporto con il denaro, con le banche, con il risparmio o addirittura con gli investimenti è quanto mai contorto, non appena superiamo quella soglia di indigenza che di per sè ci libera da ogni dilemma: chi non ha denaro, non sente neanche il bisogno di porsi il problema del suo uso. Finisce che si diventa involontariamente complici di banche, assicurazioni o altre imprese che - assicurando una modesta rimunerazione al risparmiatore - maneggiano grossi capitali per scopi ed usi puramente speculativi, senza minimamente rendersi conto di finanziare magari operazioni non solo immorali (traffico d'armi, produzioni nocive, cementificazioni, ecc.) ma anche altamente lesive dell'interesse generale e proprio (speculazioni contro la lira, ristrutturazioni edilizie con successivi sfratti, ecc.).
Che fare? Esiste una soluzione che non obblighi alla povertà francescana chi non se la sente, ma garantisca contro usi dannosi ed autolesionisti del gruzzolo risparmiato?
Le "cooperative di mutua autogestione" (MAG) che da oltre dieci anni sono ormai in azione soprattutto nell'Italia settentrionale, sono tra coloro che offrono una risposta pratica ormai collaudata: una vera e propria banca alternativa, o banca etica. Il denaro che raccolgono non è una sottoscrizione a fondo perduto, bensì il frutto del risparmio di migliaia di persone che intendono far fruttare bene il proprio "superfluo", ed il denaro che prestano non viene dato unicamente secondo il criterio del maggior rendimento possibile o delle garanzie finanziarie offerte a tutela del rimborso, bensì con una valutazione attenta degli scopi per i quali viene impiegato. Compatibilità con l'ambiente o addirittura obiettivi di risanamento ecologico, equità e solidarietà sociale, promozione di occupazione (specie se femminile o di forza-lavoro meno competitiva sul mercato) e di giustizia internazionale sono criteri che rientrano tra le priorità delle MAG. Così troviamo finanziamenti a cooperative socialmente impegnate (p.es. nella costruzione o nell'acquisto di alloggi accessibili a persone immigrate), ad imprese o cooperative di agricoltura biologica, al settore del commercio equo e solidale con il terzo mondo, all'innovazione ecologica. Le MAG non regalano soldi, ma ne premiano l'uso socialmente ed ecologicamente più responsabile: i tassi di interesse che praticano ai risparmiatori sui depositi sono di poco inferiori a quelli bancari (ma possono essere ulteriormente "autoridotti" da risparmiatori etici particolarmente consapevoli o meno bisognosi), quelli praticati ai finanziamenti possono essere inferiori anche della metà di quelli chiesti dalle banche. Come è possibile tutto questo? Ovviamente riducendo molto la burocrazia amministrativa ed utilizzando le agevolazioni previste per le cooperative, ma sopratutto riducendo ragionevolmente le aspettative di ricavo sia della banca (cioè delle MAG) che dei risparmiatori. E' un po' come una corsa popolare, dove non interessa battere dei record o superare l'altro, ma ci si accontenta dell'onesto divertimento. Ed infatti le MAG, offrono una remunerazione ragionevole, non autolesionista, ai loro risparmiatori, i quali a loro volta cooperano rinunciando p.es. alla disponibilità a vista del loro denaro, programmando con un minimo di prevedibilità ed atteggiamento collaborativo il ritiro dei loro depositi. Come se ci si prestasse denaro tra amici, insomma.
Il circuito delle MAG ormai è piuttosto esteso e solido, pur arrivando a coprire appena una piccolissima nicchia del risparmio delle persone teoricamente aperte a questi orientamenti, ed andrebbe quindi fortemente incoraggiato e sostenuto. I 4000 risparmiatori MAG (con i loro 10 miliardi complessivamente investiti), o i 1300 della Cooperativa Terzo Mondo (MAG-CTM) (4 miliardi di depositi, 400 milioni di capitale sociale) sono appena una goccia nel mare finanziario. Le "banche etiche" - come le MAG, i fondi EDCS (cooperativa ecumenica di sviluppo), le eco-banche - sono ancora troppo poco conosciute e snobbate da tanti tra i loro potenziali clienti. Perchè non spostare su di loro i risparmi disponibili nell'area della sensibilità ecologica e sociale?

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