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Incontri vivi, dibattiti morti

4.4.1992, Da "Senza Confine" - Il viaggiatore leggero

Tra i molti che si lamentano della crisi della politica e della partecipazione, ci siamo senz'altro anche "noi" (i verdi, gli alternativi, gli impegnati, i diversi, comunque vogliamo definirci).
Ma se siamo onesti, dobbiamo ammettere che molte delle "iniziative politiche" o dei cosiddetti dibattiti che promuoviamo o ai quali partecipiamo, sono delle normalissime e spesso noiose conferenze, con pubblico scontato quando non addirittura "precettato" (e qualche rompiscatole che non manca mai), senza curiosità e sorpresa, dove si va di solito per contarsi, per confermarsi e per parlarsi addosso. I nomi di richiamo sempre troppi, come se andassero a peso che dovrebbero abbellire queste serate e servire da attrazione per il pubblico, spesso vengono reclutati tra i "tuttologi" di turno, e lo si capisce subito quando parlano: si sono preparati se va bene in treno o in aereo, durante il viaggio per arrivare, non si ascoltano tra di loro (sembra che principalmente debbano attendere che finiscano gli oratori precedenti e che finalmente scatti il loro intervento) e raramente parlano di qualcosa di vero, cioè di vissuto e di realmente fatto proprio. Mi sono trovato, recentemente, ad essere invitato nel mio paese di origine (Sterzing/Vipiteno, 5000 abitanti) ad una serata sulla Jugoslavia, e non ho potuto fare a meno di notare ed apprezzare importanti differenze di stile politico (che e poi anche un aspetto degli "stili di vita") tra quell'incontro, organizzato dal modesto circolo locale "Juvenilia", ed una pletora di tavole rotonde e dibattiti cui si e avvezzi nei luoghi deputati della politica urbana, evoluta, di sinistra o post-sinistra. Voglio raccontare qualcosa di quell'incontro, perché ci si può imparare. Eravamo quattro oratori invitati: non per esprimere 4 punti di vista differenti, ma più o meno scontati, sullo stesso argomento, ma perché si riteneva che potessimo apportare quattro esperienze diverse, realmente vissute ed impegnate. Il sindaco di Brunick/Brunico (" Siidtiroler Volkspartei") rappresentava un comune che esemplarmente, e senza badare troppo a critiche interne ed esterne, aveva aiutato prima i rifugiati albanesi e poi quelli jugoslavi, soprattutto croati: parlava in modo semplice e senza paraocchi ideologici, e chiaramente con l'intento di allargare la cerchia dei Comuni impegnati ad assumersi compiti di solidarietà anche al di la del proprio piccolo, senza per questo cadere nella retorica o confondere il proprio ruolo con quello del mistero degli esteri o dell'ONU. Un artista croato tra i croati meno nazionalisti che io abbia mai incontrato di questi tempi esponeva la situazione attuale in Jugoslavia, con il piccolo particolare che si trattava di persona che da alcuni anni vive li, a Sterzing, ed aveva quindi quella diversa e superiore affidabilità che viene dalla consuetudine della convivenza quotidiana; non sarà stato il professorone o l'"esperto", ma in compenso tutti potevano verificarne la credibilità quotidiana. Vi era poi una "sorella" della Croce Rossa, militaresca come la sua divisa e le sue regole esigono, che intratteneva la gente sul "diritto umanitario bellico" e le proprie esperienze di assistenza in Jugoslavia, ma pur con le sue stellette ed il suo linguaggio un po' ufficiale riusciva ad impersonare un altro aspetto concreto del conflitto e delle sue ripercussioni su di noi (profughi, feriti, disertori...). Vi ero, infine, io che da figlio di quella piccola cittadina e noto come impegnato nel- la convivenza inter-etnica in Sudtirolo, oltre che nelle vicende balcaniche al Parlamento europeo parlavo degli sforzi concreti che in tutte le repubbliche jugoslave gruppi di cittadini attivi contro la guerra fanno per riannodare i fili della convivenza inter-etnica, indicando alcune cose concrete di sostegno che si possono fare. Una ragazza aveva introdotto al pianoforte la serata, per creare un'atmosfera di raccoglimento e concentrazione, un'equilibrata regia aveva assicurato l'alternanza tra interventi in lingua tedesca ed italiana e ben 85 persone erano venute, nel dopo-cena dell'ultimo sabato di carnevale per assistere senza chiacchiericcio dall'inizio alla fine, impegnando il circolo promotore a stabilire i necessari contatti per dare un seguito alla riunione.

L'incontro che vi sto raccontando mi ha riconfermato alcune idee intorno a come si potrebbe agire per dare vita e significato ad incontri e riunioni altrimenti troppo spesso meramente rituali ed espressione di uno stile politico ormai morto e putrefatto. In particolare mi è piaciuto che al "parlato" si sia affiancata anche la musica (creata li, non riprodotta in scatola); che al posto di altisonanti "esperti", magari noti dai giornali o dalla TV, si sia preferito ricorrere a tutte le risorse locali possibili; che si sia cercata una veracità di testimonianza piuttosto che il consueto scambio di posizioni precotte; che l'intero incontro abbia avuto carattere di "evento", non di routine, preparato prima e seguito dopo da attività, e che al tempo stesso sia stato pensato ed organizzato per la cittadinanza, non per i già informati o già simpatizzanti. Insomma: qualcosa di non sforzato ed artificiale, che ha dato la consapevolezza di partecipare ad un momento creativo e non semplicemente riproduttivo, con un reale incrocio tra esperienze, più che tra "posizioni". Per il pubblico era normale limitarsi a domande piuttosto che esibirsi negli inevitabili "interventi" che di solito vedono esibirsi soprattutto i "mancati relatori". Sara un caso che incontri cosi mi capitino, abbastanza di frequente, soprattutto alla "periferia" del sedicente dibattito politico, in posti abbastanza piccoli o comunque in contesti meno contaminati dal teatrino politico (anche alternativo o di opposizione)? Sara un caso che coloro che non vedono al di la della propria cultura politica tradizionale (magari fatta persino da "Samarcanda" e "Cuore", oltreché da "Micromega" e "Repubblica"), tendono ad ignorare questa ricchissima "periferia" che sviluppa, a loro insaputa, una vitalità originale e preziosa?

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