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Leggere la Guerra per imparare la Pace

May 9, 2010, Fondazione Alexander Langer Stiftung

 

Premessa

La seguente proposta didattica nasce all'interno del percorso di iniziative "Al di là della guerra". Tale progetto è gestito dalla Fondazione Alexander Langer in cooperazione con l'Istituto per lo Studio del Federalismo e del Regionalismo dell'EURAC.

 

Il tema: guerra e pace

Guerra e pace sono argomenti importanti con i quali i giovani si confrontano ogni giorno e sempre di più, specialmente attraverso il sistema mediatico: TV, giornali, radio e internet.

Ogni giorno vediamo immagini e riceviamo informazioni che ci raccontano di situazioni di conflitto, di guerra, in tutto il mondo. Nello stesso tempo, però, è alla cultura della pace che si dà risalto e che viene indicata come valore universale e fondamento per l'umanità. Si potrebbe dire che per definire la pace come tale, non basta solo avere un’assenza di guerra. A questo punto ci possiamo chiedere: Quanto è presente questo valore nella nostra cultura? E come viene trasmesso, attraverso quali meccanismi? Queste domande chiamano in causa il sistema dei media.

Quando si parla di guerra spesso si sostiene che la guerra c’è sempre stata, è sempre stata presente nella storia dell’umanità, quindi farebbe addirittura parte della natura stessa dell’uomo. Nonostante l’apparente ragionevolezza, in realtà tale ragionamento è frutto di una logica fuorviante. La guerra non è innata nell’uomo. E’ piuttosto un prodotto culturale, un’attività organizzata con i suoi riti e le sue regole, che non a caso variano da cultura a cultura, oggi come anche nel passato, è che quindi può anche essere assente da una cultura – almeno teoricamente.

 

Media e guerre

I media sono parte integrante della nostra vita quotidiana. La nostra cultura è completamente permeata dai media, non soltanto trasmessa attraverso di essi. Quando parliamo di formazione della pubblica opinione, di valori presenti nella società o anche dell’educazione delle future generazioni, dobbiamo tener ben presente che i media sono ormai parte integrante e non marginale della nostra realtà. Contribuiscono a formarla, non si limitano soltanto a raccontarla.

Questo riguarda soprattutto la televisione, che è il mezzo che capillarmente è in grado di raggiungere un’enorme massa di persone. Questo tema, che pure ci riguarda in prima persona, esce raramente dal dibattito fra gli esperti. L’uomo della strada raramente si pone domande sui meccanismi con cui la televisione influenza il comportamento e la capacità critica degli individui. L’importanza dei media, e della TV in particolare, nel costruire la pubblica opinione è enorme ed è molto sottovalutata.

In breve, per qualsiasi argomento i media sono una importante fonte di informazione e di riferimento che noi abbiamo a disposizione, oltre all’esperienza diretta, al parere di amici e familiari, etc.

Questo vale a maggior ragione se l’oggetto dell’interesse dei media diventa la guerra. Non solo questi stessi mezzi di comunicazione sono la principale fonte di notizie, nella maggior parte dei casi sono addirittura l’unica fonte di informazione. Quello che ne consegue è che su questo specifico argomento, aumenta ancora di più la loro importanza nel formare le nostre opinioni.

Le moderne democrazie occidentali non sono in grado di fare guerre senza il consenso dell’opinione pubblica. Tutte le guerre moderne sono state condotte con il supporto del consenso popolare. Quindi l’opinione pubblica deve essere a favore dell’intervento armato. Questo significa che c’è bisogno di creare consenso intorno all’idea della guerra per poterla giustificare, un lavoro che i militari non possono fare. E’ per questo che si usa dire che i giornalisti sono i primi a partire per il fronte, prima dei militari.

 

Il progetto

Nei giovani la guerra spesso risveglia orrore, rabbia e tristezza, nello stesso tempo però ne sono anche attratti. L’immagine della guerra che loro hanno, è spesso il risultato del sommarsi indistinto di notizie e servizi giornalistici, di film di guerra e di WarGames. Il progetto fa chiaramente una differenza tra realtà e finzione. Verranno tematizzate fra l'altro guerre reali e la loro messinscena mediatica, l’interazione complessa tra realtà e media.

 

Articolazione della proposta didattica “Leggere la Guerra per imparare la Pace”

L’incontro con i responsabili e i conduttori del progetto, dovrà essere preceduto da un piccolo lavoro preparatorio, svolto dai docenti nelle forme che riterranno opportune (lezione frontale, ricerche da affidare agli studenti, …), sulla guerra nei Balcani (1991-95) e, in particolare, in Bosnia(1992-95).

Visto che il punto di partenza del lavoro da svolgere con i ragazzi sarà proprio quel conflitto, l’obiettivo del lavoro preparatorio è di riuscire ad inquadrarne, molto in generale, cause e sviluppo. Potrà risultare utile, in questo senso, riuscire a ricostruire una breve cronologia della guerra nell’ex-Jugoslavia e fissarne le sue cause principali. Questa guerra viene definita fra l’altro come un vero e proprio evento mediatico dato che è stata a lungo presente in TV e giornali di tutto il mondo. Per questo si potranno trarre spunti, informazioni ed esempi che potranno essere utili per confrontasi con il tema media e guerra.

Gli alunni avranno la possibilità di confrontarsi con l’argomento tramite approcci e metodi di lavoro diversi. Elaboreranno insieme ai conduttori del progetto il materiale che analizzerà il ruolo che i media possono avere nelle guerre, presentando e riflettendo su metodi, forme e strategie mediatiche in una situazione pre-conflitto e durante la guerra stessa.

 

Unità tematiche del progetto e loro durata

  1. La guerra come evento mediatico- metodi, forme e linguaggio dei resoconti, reportage di guerra (2h)

  2. La guerra nei Balcani: Il ruolo dei media nella guerra con particolare attenzione al conflitto in Bosnia Erzegovina (4h)

  3. Resoconto finale (2h)

 

Obiettivi

  1. Riflettere sui media: ruolo e funzione, strategie, linguaggio nelle guerre

  2. Consumo critico e responsabile dei media

  3. Sensibilizzare i giovani ad un uso più consapevole dei media

 

Metodologia

Relazioni, lavori di gruppo, giochi di ruolo,

 

Attività

Il progetto è stato rivolto a due classi superiori di una scuola di madrelingua tedesca e madrelingua italiana. Sono state coinvolti il Liceo linguistico "Nikolaus Cusanus", con l'insegnante Othmar Hellweger e quindici studenti, ed il Liceo Scientifico "Torricelli", con l'insegnante Anna Maria Barzanti e ventidue studenti. Gli incontri si sono svolti nelle giornate del 10, 17 e 24 aprile per la scuola in lingua italiana e 17, 19 e 26 maggio per quella in lingua tedesca. In entrambi i percorsi si è registrato un grande interesse degli studenti e degli insegnanti, tanto che in un caso è stata ipotizzata la continuazione nell'anno scolastico 2010/2011.

 

Il conduttore

 

Gabriel Auer già coordinatore del progetto „Adopt Srebrenica“ per la Fondazione e nel 2005/06 ha seguito il Corso “Operatore di pace/Mediatore dei conflitti”

Nella progettazione del percorso ha collaborato Azra Fetahovic.

 

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